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Caso Marco Carta, il giudice: "L'arresto non può ritenersi legittimo"

marco carta

Il giudice non ha convalidato l'arresto di Marco Carta in quanto non legittimo. Mancherebbero le prove per incastrare il cantante.

Il giudice per le direttissime Stefano Caramellino ha emanato un provvedimento in occasione del processo in direttissima. Infatti, il primo giugno Marco Carta e la donna che era con lui alla Rinascente si sono presentato al tribunale. Il cantante ha partecipato al processo di inizio giugno con l’avvocato Simone Ciro Giordano. Secondo il giudice, contro il cantante ci sarebbe una “carenza di gravità indiziaria” e dunque l’arresto “non può ritenersi legittimo”. Quindi Caramellino non ha convalidato il fermo per il cantante, che però si dovrà presentare al secondo processo fissato per settembre.

Il processo

Marco Carta è stato rilasciato dal fermo in quanto “non deteneva all’uscita dell’esercizio commerciale la borsa contenente i vestiti sottratti”. La compagna presente insieme al cantante, invece, è rimasta in cella in quanto nella sua borsa sono stati trovati il cacciavite utilizzato per togliere l’antitaccheggio e le magliette. Inoltre, continua il giudice, la “versione degli imputati non è scalfita da alcun elemento probatorio contrario”.

L’ordinanza del giudice

Nell’ordinanza si legge inoltre che “l’unico teste oculare ha descritto un comportamento anteriore ai fatti che ha giudicato sospetto, ma gli elementi di sospetto sono del tutto eterei, inconsistenti. Infatti è normale che due acquirenti si guardino spesso attorno all’interno di un esercizio commerciale di grande distribuzione. L’ipotesi che essi stessero controllando se erano seguiti da personale dipendente è formulata in modo del tutto ipotetico e vago“. Il giudice con queste parole si riferisce al racconto dell’addetto della Rinascente: l’uomo aveva, però, fornito informazioni sommarie e lacunose.

Infine, il giudice conclude: “il fatto che i due coimputati si siano recati in un piano diverso per provare le maglie è compatibile con il proposito di trovare un camerino di prova libero, posto che entrambi hanno affermato che grande era l’affollamento e che lo stesso scontrino conferma che era giorno di offerte speciali, cosiddetto ‘black friday’. Il passaggio della borsa è stato confermato dall’imputato, che quindi sulla dinamica ha confermato integralmente le risultanze delle sommarie rese dall’addetto alla sicurezza”.