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Luca Morisi indagato per droga, Renzi: "Non faremo a lui quello che la Bestia ha fatto a noi"

Morisi

Sull'indagine per spaccio di droga, che ha visto coinvolto Luca Morisi, Intervengono anche Matteo Renzi e Fabiana Dadone.

Tra i tanti commenti dei politici italiani, arriva anche quello del leader di Italia Viva Matteo Renzi nei confronti di Luca Morisi, l’ex guru web della Lega che è attualmente indagato dalla procura di Verona per cessione di sostanze stupefacenti.

Luca Morisi indagato per droga, Renzi: “Non faremo a lui quello che la Bestia ha fatto a noi”. Le parole di Renzi.

Matteo Renzi ha attribuito tutti gli attacchi attraverso i Social Network della Lega a Luca Morisi. Invitando però tutte le parti politiche a non agire infierendo su vicende personali, evitando così di spargere odio. Renzi ha inoltre commentato, riferendosi al suo partito, che: “Non faremo a Morisi quello che la Bestia ha fatto a noi in vicende molto meno serie. Noi siamo orgogliosamente rispettosi della persona umana e della civiltà della politica“.

Luca Morisi indagato per droga, Renzi: “Non faremo a lui quello che la Bestia ha fatto a noi”. Il commento del Ministro Dadone.

Oltre a Renzi, arriva l’attacco anche da parte del Ministro Dadone, appartenente al Movimento 5 stelle. Il Ministro ha commentato, sotto un post su Facebook intitolato: “CHI CITOFONERÀ A CASA DI SALVINI?”, che: “Luca Morisi ha fatto del perbenismo provocazione, dell’aggressione digitale mestiere. Sono queste le cose che lo hanno contraddistinto, le “qualità” che gli hanno dato fortuna, non a caso il suo sistema comunicativo è chiamato “bestia” di Salvini“.

Luca Morisi indagato per droga, Renzi: “Non faremo a lui quello che la Bestia ha fatto a noi”. L’episodio di Bologna.

È palese che Renzi e Dadone facciano riferimento a degli eventi che hanno visto coinvolti i rispettitvi partiti in alcuni attacchi da parte della Lega. Ma ciò che è velato nelle parole dei due politici è il riferimento ad un evento accaduto a Bologna, in cui, sempre su suggerimento di Luca Morisi, Matteo Salvini si recò presso un’abitazione, dove si presumeva spacciasserro droga, e citofonò per chiedere se fosse vero quanto presupposto. Attribuendo poi come aggravante allo spaccio la nazionalità del possibile spacciatore.