Il maltempo ha colpito la Sicilia e ha devastato il territorio con alluvioni e violenti nubifragi. I danni causati dalle ripetute perturbazioni hanno spinto alcuni comuni come Santa Margherita di Belice ed Erice a chiedere alla Regione lo stato di calamità.
Maltempo in Sicilia, i comuni chiedono lo stato di calamità naturale: Santa Margherita di Belice
La recente ondata di maltempo che si è abbattuta in Italia centromeridionale non sembra placarsi in Sicilia. Diversi comuni della Regione, infatti, stanno chiedendo che venga riconosciuto loro lo stato di calamità naturale. Tra i vari comuni che hanno richiesto lo stato di calamità naturale figura Santa Margherita di Belice, località situata in provincia di Agrigento.
Il sindaco di Santa Margherita di Belice, Gaspare Viola, ha riassunto i danni causati dall’alluvione che si è verificata nella giornata di venerdì 30 settembre e ha dichiarato: “Il comune di Santa Margherita di Belice (Agrigento) chiederà alla Regione Siciliana il riconoscimento dello stato di calamità naturale – e ha aggiunto –. Ci sono stati danni gravissimi per i nostri agricoltori, e lo stesso raccolto del fico d’india, eccellenza agroalimentare del territorio, risulta compromesso”.
Il primo cittadino, inoltre, ha anche comunicato che la tradizionale “Sagra del fico d’india” di Santa Margherita, che era stata fissata nelle giornate del 15 e il 16 ottobre, “l’abbiamo annullata per indisponibilità di prodotto”.
Il caso di Erice
Non solo Santa Margherita di Belice. Anche il comune di Erice ha approvato la richiesta per lo stato di calamità naturale e di emergenza da inviare al Presidente della Regione Sicilia. La decisione è stata presa dopo l’alluvione del 26 settembre.
“Le fortissime piogge hanno messo a dura prova sistema fognario, canali, muri di ricezioni, impianti di pubblica illuminazione generando anche allagamenti di vari scantinati e civili abitazioni”, ha spiegato il sindaco Daniela Toscano. “I cittadini interessati potranno far pervenire le perizie di stima dei danni che verranno richieste con pubblici avvisi”.