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Massimo Bossetti: la vita in carcere dopo la condanna per l'omicidio di Yara Gambirasio

Massimo Bossetti

Massimo Bossetti si trova nel carcere di Bollate e recentemente ha inviato una lettera alla trasmissione Iceberg di Telelombardia per raccontare la sua vita dopo la condanna

Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, nonostante si sia sempre proclamato innocente.

La vita di Massimo Bossetti nel carcere di Bollate

Massimo Bossetti si trova nel carcere di Bollate e negli ultimi mesi ha inviato una lettera alla trasmissione Iceberg di Telelombardia per parlare della sua vita oggi.

In carcere l’uomo lavora per una società che produce macchine da caffè industriali e racconta:

«Partecipo da anni ai concorsi di cucina dedicati ai carcerati, anzi partecipo a tutti i bandi esposti in biblioteca: concorsi letterari, artistici e culinari. Partecipo semplicemente per rendere meno pesante il trascorrere inutile del tempo rendendolo più costruttivo. A casa non avevo tutto questo tempo disponibile come oggi ho qui dato che ero molto impegnato con la mia impresa edile e chi cucinava principalmente era mia moglie. La ricetta con cui ho partecipato al concorso “Cuochi dentro” l’ho chiamata sgranella alle noci con mele e limone».

La speranza di Massimo Bossetti

Massimo Bossetti afferma di essere fiducioso in merito al suo processo:

«Sono fiducioso e ottimista che prima o poi pure sul mio caso possa accadere quello che oggi stanno vivendo Rosa e Olindo, non ho mai perso la fiducia e la speranza nella giustizia».

La condanna all’ergastolo per Bossetti

Il 26 novembre del 2010, Yara Gambirasio, scomparve da Brembate di Sopra.

Bossetti, che viveva nella bergamasca, a Mapello, dove faceva il muratore, è in carcere dal 14 giugno 2014, decisive le prove del Dna raccolte dopo aver passato al setaccio migliaia di profili genetici degli abitanti dell’area dove è avvenuto il delitto della tredicenne.

Il 13 maggio i difensori di Massimo Bossetti potranno vedere davanti alla Corte d’Assise di Bergamo i reperti dell’inchiesta che portò all’arresto dell’uomo.