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Materiale pedopornografico su Fb: 2 arresti e 12 denunce

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La Polizia postale di Firenze ha arrestato 2 persone e denunciate altre 12, con l'accusa di diffusione di materiale pedopornografico su Facebook.

La Polizia postale di Firenze ha arrestato 2 persone e denunciato in stato di libertà altre 12. Al centro dell’indagine condotta dalle autorità c’è lo scambio su Facebook di immagini e materiale digitale di tipo pedopornografico. Nella lista degli indagati, ci sarebbero un aspirante diacono, un pensionato, uno studente, un disoccupato e perfino un detenuto, pizzicato dalla polizia per reati analoghi.

Lo scambio attraverso Facebook

La piazza designata per lo scambio è il gioiellino di Mark Zuckeberg, quel social network che colleziona scandali una settimana sì ed una no, l’ultima volta a marzo 2018, quando il suo “papà” aveva ammesso pubblicamente di aver condiviso i dati di 50 milioni di americani per poterli influenzare in chiave elettorale. Proprio su Facebook i componenti di questa rete si scambiavano immagini e materiale digitale pedopornografico. Secondo l’inchiesta condotta dagli agenti potrebbero essere coinvolti un aspirante diacono, un disoccupato, uno studente e un detenuto per reati analoghi.

Un’indagine su larga scala

La segnalazione è arrivata da una Ong statunitense. L’inchiesta è il frutto di un lavoro di cooperazione tra la Procura di Firenze e il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online della Polizia postale. Il gruppo – da come risulta dalle indagini – non si è limitato al solo scambio del materiale, ma anche alla produzione dello stesso, adescando in rete utenti minorenni.

Una minaccia crescente sul web

In occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, svoltasi il 5 maggio 2018, Il Telefono Azzurro ha diffuso il rapporto dei dati del servizio 114 Emergenza Infanzia dell’associazione, . Secondo il documento, nel 2017 ogni 72 ore circa si è verificato un abuso sessuale su minore. In 4 casi su 10 la vittima ha meno di 10 anni, con una prevalenza di bambine (71,7%). Sulla la linea di ascolto gratuita e multilingue della onlus, il 7,5% sul totale delle denunce ricevute riguarda l’abuso di minori. A preoccupare ancora di più, spiega il Telefono Azzurro, sono le nuove possibilità offerte dal web ai pedofili: “la minaccia crescente sembra arrivare dal web e dalle nuove tecnologie, che offrono ai predatori delle Rete la possibilità di celarsi dietro l’anonimato o una falsa identità, dando origine a nuove forme di abuso: il sexting, invio di contenuti sessualmente espliciti attraverso e-mail o chat, la sextortion, che consiste nel forzare qualcuno ad inviare video o immagini sessualmente espliciti e l’adescamento via chat”. Nel 2017 sono state individuate in rete 78.589 pagine, contenenti immagini di abusi sessuali su minori, in Italia è stata raggiunta quota 1250 segnalazioni, a cui se ne aggiungono 23, che denunciavano espliciti incitamenti alla pedofilia.

Molto spesso, i bambini che denunciano lo fanno per conto di loro compagni, spesso chiusi in un muro di silenzio, per paura o per vergogna. Il 5 maggio 2018 il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, aveva specificato la necessità di una preparazione attenta per adulti ed educatori, per consentire alle vittime di denunciare il proprio orco: “L’abuso molte volte avviene sia in famiglia sia nella scuola, nelle realtà sportive, nelle comunità religiose. Questo vuol dire che dobbiamo formare gli adulti, gli educatori, a cogliere segnali precoci e saper aiutare le vittime, trovare modalità di ascolto protette”.