Il Mediterraneo continua a essere teatro di tragedie umanitarie legate ai flussi migratori provenienti dall’Africa. Migliaia di persone, spinte da guerre, povertà e instabilità politica, affrontano ogni anno traversate pericolose nella speranza di raggiungere l’Europa e costruirsi una vita migliore. Tuttavia, molti di questi viaggi si trasformano in drammi che si consumano silenziosamente tra le onde.
L’ennesimo naufragio avvenuto al largo della Tunisia ne è una testimonianza dolorosa.
Naufragio al largo della Tunisia: indagini e contesto migratorio
La Procura della Repubblica di Mahdia ha avviato un’indagine per ricostruire le cause dell’incidente e verificare eventuali responsabilità. Le prime informazioni hanno confermato che tutte le vittime provenivano da Paesi dell’Africa subsahariana.
La Tunisia, distante circa 145 chilometri da Lampedusa, rappresenta una delle principali rotte di transito verso l’Europa. Secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, oltre 55.000 migranti irregolari sono sbarcati in Italia dall’inizio dell’anno, di cui quasi 4.000 partiti proprio dalle coste tunisine.
Migranti, naufragio al largo della Tunisia: il bilancio è drammatico
Un’imbarcazione con 70 migranti di origine subsahariana si è capovolta nelle acque di Salakta, località costiera del governatorato di Mahdia, nel centro-est della Tunisia. Secondo quanto riportato dall’emittente locale Mosaique FM, che ha citato le dichiarazioni del portavoce del tribunale di Mahdia, Walid Chatrbi, 40 persone hanno perso la vita, tra cui alcuni neonati. Le unità della guardia costiera sono riuscite a soccorrere 30 superstiti.