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Migranti, ancora sbarchi a Lampedusa. Salvini contro la Germania: "Paga le Ong per portarli in Italia"

Salvini Matteo

Dopo la bocciatura di una via diplomatica da parte della Lega, il vicepremier Matteo Salvini attacca le istituzioni tedesche sul tema migranti: l'accordo di Meloni e Tajani

Migranti: l’Europa dei diritti affoga nell’anacronismo e nel doppiopesismo. Quando l’Italia bussa alle porte di Bruxelles, Bruxelles decide di non aprire. A detta di Francia e Germania, ci sarebbe (anche) un perché: si chiama Convenzione di Dublino, ed essa impone al Paese di approdo di farsi carico delle richieste di asilo da parte dei migranti. Fin qui: dura lex, sed lex. Il trattato è in vigore dal 1° settembre 1997, anno in cui – stando ai dati rilasciati dal Viminale – si contarono 22.343 arrivi via mare. 2023: più di un quarto di secolo e quasi un milione e mezzo di migranti (di cui quasi centomila solo dall’inizio del 2023) dopo. Qualcosa evidentemente è cambiato, qualcos’altro evidentemente non vuole cambiare. E poi, chi decide che il diritto umano di emigrare vale meno del securitarismo distorto di certi Paesi? Mentre la situazione a Lampedusa si fa sempre più critica, la polemica politica, anche e soprattutto in Italia, diventa incandescente.

L’attacco di Salvini alle Ong tedesche: «Pagate per portare i migranti in Italia»

Il primo a tuonare è (ancora) il vicepremier Matteo Salvini: «La via diplomatica è necessaria, occorre però fare anche altro. Dobbiamo arginare questo flusso con ogni mezzo necessario. È evidente che, oltre alla via diplomatica da seguire, il governo sta ragionando su una via italiana. L’Europa se ne frega di quello che accade a Lampedusa e Ventimiglia. Nelle ultime ore il governo italiano, lasciato colpevolmente da solo da una Europa distratta, si sta occupando di risolvere il problema». A seguire, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti incalza contro le istituzioni tedesche: «Danno milioni di euro alle Ong per portare i migranti in Italia». Sull’utilizzo della Marina Militare per fronteggiare l’emergenza migranti aggiunge: «Penso che non si debba escludere alcun tipo di intervento. Il governo compatto, senza sfumature, metterà in mare e in terra tutti i mezzi necessari per fermare un flusso inaccettabile. Occorre un centro per le espulsioni in ogni regione».

Meloni dalla parte di Salvini per la lotta ai trafficanti di esseri umani

Il pugno di ferro del vicepremier (ri)trova il sostegno della presidente Giorgia Meloni che, dopo l’incontro con il primo ministro ungherese Viktor Orban, ribadisce: «La migrazione è una sfida comune per l’Unione europea e, pertanto, richiede una risposta collettiva». Convinti della «necessità di concentrarsi sulla dimensione esterna per prevenire le partenze, soprattutto attraverso un deciso sostegno politico ed economico ai Paesi di origine e di transito dei migranti», i due premier auspicano un maggiore impegno nella lotta alle reti di trafficanti di esseri umani e un’efficace politica di rimpatri.

Tajani contro un’Europa non solidale

Si unisce al coro di denuncia la voce di Antonio Tajani, che attacca l’Europa per «non essere stata solidale in questa fase con il nostro Paese, le cui coste sono le frontiere dell’Unione europea (e non solo dell’Italia, ndr)». Sulla decisione di Francia e Germania di non accettare più i migranti provenienti dal suolo italiano, il ministro degli Esteri documenta che il memorandum d’intesa che l’Ue ha siglato con la Tunisia lo scorso 16 luglio rischia di saltare. Forse, non solo quello.