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Mix di vaccini, entro quando viene somministrata la seconda dose nella vaccinazione eterologa?

Mix vaccini: entro quando si può ricevere la seconda dose con vaccino diverso?

Dopo il via libera del Ministero della salute per il mix di vaccini, sembra che la seconda dose verrà somministrata tra 8 e 12 settimane.

Arriva attraverso una circolare, firmata dal direttore della Prevenzione, Gianni Rezza, l’ok del ministero della Salute per autorizzare l’utilizzo di un vaccino a mRna, quindi Pfizer o Moderna per il richiamo dei cittadini under 60 che hanno ricevuto la prima dose con il vaccino AstraZeneca.

Mix vaccini, seconda dose eterologa somministrata tra le 8 e 12 settimane

Il Cts ritiene che la seconda dose possa essere somministrata in un arco di tempo compreso tra le 8 e le 12 settimane.

A dire la sua su questa decisione c’è Giovanni Leoni, vicepresidente Nazionale dell’Ordine dei Medici (Fnomceo):

“L’Aifa ha approvato la vaccinazione eterologa per gli under 60. A febbraio-marzo in Inghilterra qualcuno aveva già provato a fare sperimentazioni sul mix di vaccini, però ci vuole tempo. Quello che diciamo noi è: valutiamo caso per caso, paziente per paziente, valutiamo il tasso anticorpale dopo la prima dose e affidiamoci ad una scelta meditata, anziché utilizzare le procedure che sono state utilizzate fino ad oggi per velocizzare la vaccinazione di massa”.

Leoni ha, inoltre, sottolineato bene la questione che la scienza procede necessariamente per sperimentazioni, che è un pò ciò che sta spaventando qualunque italiano incosciamente:

“La scienza procede per sperimentazioni. Adesso c’è la possibilità di scegliere tra 4 vaccini, ci sono state modifiche per quanto riguarda le indicazioni, ma soprattutto c’è una modifica del rischio costo-beneficio. Fino a un mese fa il rischio di morte per Covid era molto più alto rispetto a quello di sviluppare una trombosi. Il mestiere del medico è seguire la storia del paziente e prescrivergli il farmaco più giusto, dobbiamo usare questo principio anche per la vaccinazione”.

Per quanto concerne, comunque, il terzo richiamo, Leoni marca la necessità che l’Italia debba attrezzarsi affinchè possa avere vaccini quanto più aggionati possibili, in quanto non si possono mettere da parte le varianti del Covid:

“Dovremo fare sempre una corsa contro il tempo perché questo virus si rivela più aggressivo e mutante rispetto a quelli del passato”.

Mix vaccini: “È una corsa contro il virus che muta, che noi vinciamo vaccinando vaste aree di popolazione”

Restando in tema di vaccini aggiornati, infatti, ad esempio, uno studio condotto in Messico ha portato alla luce che il vaccino anti Covid di Novavax sembra sia efficace al 93,4 percento contro le varianti. C’è da direche questo vaccino si basa su proteine di nanoparticelle ricombinanti, che portano in maniera diretta i frammenti della proteina Spike senza passare per l’informazione genetica, come invece fanno molti altri vaccini già approvati.

Le varianti, dunque, sono l’obiettivo porssimo da sconfiggere, in quanto sono quelle che più preoccupano l’Italia in vista dell’autunno. A tranquillizzare tutti ci pensa Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma:

“Non spaventiamoci. Guai ad abbatterci. La variante Delta che circola in Inghilterra sta preoccupando l’opinione pubblica. Io credo che noi dobbiamo fare due cose: portare a compimento il ciclo vaccinale in seconda dose perché ci protegge rispetto alle varianti. È una corsa contro il virus che muta, che noi vinciamo vaccinando vaste aree di popolazione”.

É necessario continuare a cercare le varianti: il fine, infatti, è quello di isolarle e studiarle, con l’obiettivo di avere gli strumenti adatti come i vaccini per combattatterle.

Non a caso l’immunologo dell’università Statale di Milano, Sergio Abrignani, parlando della variante indiana, ha detto che Se non avessimo i vaccini, con la variante indiana saremmo veramente messi male, con l’infettività e la letalità che ha”.

Figliuolo è sicuro: nessun ritardo nella campagna vaccinale per l’ok del mix di vaccini

Di certo, con la notizia del mix di vaccini, il dubbio che ha abbracciato un pò tutti, è stato quello di domandarsi quanti ritardi possa comportare questa modifica nella campagna vaccinale. Lo stesso commissario per l’emergenza Figliuolo ci ha tenuto a rassicurare gli italiani, marcando l’idea secondo cui lo stop ad AstraZeneca per gli under 60 avrà un impatto minimo sul piano vaccinale. Infatti, un eventuale rinvio verrà tranquillamente colmato nei mesi di luglio ed agosto, poichè il fine ultimo resta sempre quello di raggiungere l’immunitò di gregge a settembre.

Attualmente, comunque, i dati restano molto positivi: la discesa dei contagi, difatti, continua. Basti pensare all’ultimo bollettino del Ministero della salute in cui si legge che solo 907 sono i casi positivi su 79.524 tamponi, mentre 36 sono i morti per Covid.

Di seguito, si possono vedere nel dettaglio i contagi regione per regione:

  • Lombardia: +102
  • Veneto: +19
  • Campania: +80
  • Emilia-Romagna: +137
  • Piemonte: +87
  • Lazio: +111
  • Puglia: +47
  • Toscana: +82
  • Sicilia: +163
  • Friuli-Venezia Giulia: +4
  • Marche: +3
  • Liguria: +5
  • Abruzzo: +5
  • P.A. Bolzano: +0
  • Calabria: +18
  • Sardegna: +31
  • Umbria: +4
  • P.A. Trento: +2
  • Basilicata: +1
  • Molise: +4
  • Valle d’Aosta: +2

Ma, nonostante quindi sia stata la setssa Aifa ad approvare il mix di vaccini, molte sono le Regioni che ancora seguono strade diverse, spavenate da ciò che potrebbe accadere passando da AstraZeneca ad un vaccino a mRna.