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Mokomokai, teste maori tatuate: la collezione di Robley

mokomokai

Le Mokomokai sono le mummie di teste tatuate maori, il cui commercio fu particolarmente fiorente nel corso del XIX secolo

Horatio Gordon Robley era un ufficiale dell’esercito britannico, con una certa indole artistica. Il generale fu impegnato in Nuova Zelanda durante le cosiddette guerre maori, una serie di conflitti di semiguerriglia dove combatterono fra loro gli indigeni neozelandesi e i colonizzatori inglesi. Il conflitto diede poi il via a quella che sarebbe diventata la situazione attuale. Ovvero con l’indipendenza dell’isola dalla Gran Bretagna, che continuò a esercitare la sua influenza sulla politica del paese.

testa maori

Il militare inglese era particolarmente interessato all’etnologia e all’arte del tatuaggio. Robley scrisse nel 1896 Maori Tattooing, un libro che parlava dell’arte del disegno sulla pelle da parte degli indigeni neozelandesi. L’uomo tornò poi in Gran Bretagna nel 1905, con al seguito una enorme collezione di ben 35 Mokomokai, le mummie di teste tatuate maori. Oltre ai Mokomakai egli collezionò anche moltissimi oggetti e curiosità della Nuova Zelanda e dei paesi limitrofi, che oggi fanno parte di musei e collezioni pubbliche.

Horatio Gordon Robley

La fotografia con il maggiore in posa insieme alle “sue” teste è stata spesso mal interpretata. Essa veniva tacciata come un esempio di cannibalismo che, nel continente australe, era praticato in altre regioni. L’immagine raffigura invece il maggiore con la sua collezione, che egli stesso diede poi al governo della Nuova Zelanda per una cifra pari a mille sterline. L’offerta fu poi rifiutata dal governo neozelandese, per essere invece accolta dal Museo di Storia Naturale di New York.

I tatuaggi Moko e i Mokomokai

I tatuaggi facciali “Moko” erano una tradizione della cultura maori che continuò fino alla metà del XIX secolo. Nella cultura precoloniale tali tatuaggi rappresentavano un elevato status sociale. Essi venivano spesso disegnati su uomini e donne: queste ultime portavano un Moko sulle labbra e attorno al mento. I tatuaggi Moko servivano anche per identificare la relazione tra un individuo e i suoi antenati. Quando qualcuno con un tatuaggio Moko moriva, spesso la testa veniva conservata. Venivano rimossi cervello e occhi, mentre gli orifizi venivano sigillati con fibre di lino e gomma.

tatuaggi moko

La testa veniva bollita, affumicata ed essiccata al sole, poi veniva trattata con olio di squalo. Le teste conservate assumevano il nome di Mokomokai. Queste ultime venivano conservate dalle famiglie in scatole finemente intagliate, che venivano poi esibite durante particolari eventi religiosi. Se un capo nemico con un Moko veniva ucciso, lo stesso procedimento toccava alla testa dello sconfitto. La testa recisa era poi considerata un trofeo di guerra e veniva derisa sulla pubblica piazza. Le teste dei nemici sconfitti erano molto importanti nel corso delle trattative fra le tribù in guerra. Lo scambio di Mokomokai era una condizione essenziale per ottenere la pace.