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Morto a 79 anni Ian Wilmut, lo scienziato della pecora Dolly

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Lo scienziato della pecora Dolly, Sir Ian Wilmut, è morto per una complicazione del morbo di Parkinson

È morto a 79 anni Ian Wilmut, lo scienziato britannico che ha guidato la prima clonazione di un mammifero, la pecora Dolly. Il progetto ha sconvolto gli scienziati e il mondo. Fino ad allora, infatti, una simile procedura era ritenuta impossibile.

Morto a 79 anni Ian Wilmut

Il comunicato della morte di Ian Wilmut è stato emanato dall’Istituto Roslin, un centro di ricerca vicino a Edimburgo dove lo scienziato aveva lavorato per decenni. La causa è stata una complicazione del morbo di Parkinson. Non è stato, invece, indicato il luogo del decesso. Nel febbraio del 1997, il nome del Dottor Wilmut e del suo team, sono approdati sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, dopo aver annunciato la straordinaria nascita del loro soggetto ovino. Si sapeva già che la clonazione da cellule embrionali funzionava. Nel 1995, lo stesso Dr. Wilmut e il suo partner di ricerca, Keith Campbell, avevano scambiato i nuclei di due embrioni di pecora con quelli di altri due, producendo due pecore identiche, Megan e Morag. La maggior parte degli scienziati, tuttavia, riteneva ancora impossibile clonare un animale utilizzando cellule adulte.

La pecora Dolly

In precedenza le pecore erano state clonate da cellule embrionali. Dolly, tuttavia, è stata la prima ad essere creata da una cellula mammaria coltivata, combinando la ghiandola di una pecora Finn Dorset di sei anni e una cellula uovo prelevata da una pecora Blackface scozzese. Su circa 300 tentativi, solo un embrione risultò vitale. Dolly, che prende il nome dalla cantante Dolly Parton, nacque il 5 luglio 1996. Il Dottor Wilmut decise di tenere segreta la notizia finché non fossero stati sicuri che l’animale sarebbe sopravvissuto all’infanzia. La vita di Dolly sembrò riprodurre alcuni dei rischi. Sebbene fosse in grado di partorire agnelli, sviluppò un’artrite precoce e mostrò altri tratti più comunemente associati agli animali anziani. Dopo aver sviluppato un’infezione polmonare virale nel 2003, i veterinari le hanno praticato l’eutanasia. Il suo corpo imbalsamato è stato poi esposto al National Museum of Scotland lo stesso anno.

Una rivoluzione scientifica ed etica

L’annuncio della nascita di Dolly fu accolto con un misto di stupore e ansia. Diversi politici ed esperti di etica medica, infatti, chiesero immediatamente un divieto della clonazione umana. Lo stesso Dottor Wilmut era d’accordo e il suo pensiero è sempre stato chiaro: la clonazione umana non dovrebbe mai e poi mai essere permessa. La sua, tuttavia, fu una vera e propria rivoluzione nella scienza. “È stato un titano del mondo scientifico“, ha dichiarato il Prof. Sir Peter Mathieson, preside e vice-cancelliere dell’Università di Edimburgo, aggiungendo che l’esperimento di Wilmut ha “trasformato il pensiero scientifico dell’epoca“.