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Muore migrante nel milanese: commenti shock su Facebook

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Morto oggi un migrante 20enne, ospite di un centro di accoglienza nel Milanese: alla notizia si sono scatenati commenti razzisti su Facebook.

Continua la polemica contro gli episodi di razzismo che costellano l’attuale panorama italiano. Un’insufficienza cardiaca ha stroncato oggi un giovane migrante, appena 20enne, ospite di un centro di accoglienza Sant’Ambrogio a Magenta, nel Milanese: nonostante i soccorsi, per il ragazzo non c’è stato nulla da fare. Alla notizia della sua morte, pubblicata su Facebook dal sito Ticino Notizie, sono comparsi numerosi commenti a matrice razzista. Dura la condanna dei volontari e dei politici locali.

I commenti a matrice razzista su Facebook

“Uno in meno da mantenere”.
“Sai quanti italiani muoiono ogni giorno…”.
“Il mio vicino è morto di vecchiaia: potete fare un articolo anche su di lui?”.

Questi sono soltanto alcuni dei commenti comparsi sui social alla notizia, pubblicata dal sito Ticino Notizie, della morte di un giovane migrante, appena 20enne, nel centro di accoglienza Sant’Ambrogio a Magenta, nel Milanese.
Il giovane è morto per insufficienza cardiaca: la sua assenza era stata notata dai volontari del centro, gestito da una cooperativa. Lo hanno trovato nella sua stanza, chiusa a chiave. Nonostante l’intervento dei soccorsi, per il ragazzo non c’è stato nulla da fare.

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La condanna delle istituzioni

Non si placa quindi il sentimento di odio e razzismo che ormai è tristemente protagonista dell’attuale panorama italiano, nemmeno davanti alla morte di un ragazzo così giovane. Non è comunque mancata la dura replica, sempre sui social, da parte dei volontari operanti nel centro di accoglienza e dei politici locali.

“Credo che la sindaca di Magenta dovrebbe dire una parola di condanna sui commenti osceni e vomitevoli che si leggono sulla morte del ragazzo. Una comunità sana come è quella di Magenta deve con tutte le forze emarginare e isolare chi rischia di inquinarla col suo odio e col suo razzismo, che non si ferma neanche davanti alla morte in solitudine di un povero ragazzo di venti anni”. Questa la risposta pubblicata su Facebook dalla dottoressa Silvia Negretti, responsabile dell’unità operativa di Oncologia dell’ospedale di Magenta.

La dottoressa ha inoltre auspicato una massiccia partecipazione dei magentini ai funerali del giovane richiedente asilo, per dimostrare che “anche nella diversità delle idee sulla immigrazione e sulla politica in generale, non siamo disposti a rinunciare ad essere umani. Perché quando questi limiti vengono superati siamo tutti noi a perdere in dignità”.

“Leggere commenti come quelli apparsi sotto la notizia della morte di quel ragazzo fa male e fa riflettere. Queste esternazioni sono spia del grado di rabbia e di tendenza all’odio raggiunto dalla nostra società e devono spingere tutte le agenzie educative a interrogarsi – dice a Repubblica la sindaca Chiara Calati – Tanto più che la nostra città è molto accogliente. Abbiamo due centri, in cui attualmente sono ospitati circa 130 richiedenti asilo in tutto, e non c’è mai stato alcun problema di convivenza. Peraltro non sappiamo se i commenti incriminati su Facebook siano direttamente riconducibili a persone che abitano qui. Sono però comunque da condannare, perché è sempre grave quando viene meno il rispetto del valore della vita umana, a maggior ragione quando si parla della vita di un ragazzo così giovane”.