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"Napolitano, un terun": Bossi condannato per vilipendio

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L'ex leader della Lega Umberto Bossi è stato condannato a un anno e quindici giorni per vilipendio. Nel 2011 diede del terrone a Napolitano.

Dalla procura generale di Brescia arriva un ordine di carcerazione di un anno e quindici giorni per il fondatore della Lega Nord Umberto Bossi. L’accusa è quella di vilipendio nei confronti del presidente della Repubblica. I fatti risalgono al 29 dicembre 2011, quando durante un comizio ad Albino, alla festa provinciale della Lega di Bergamo, il Berghém Frecc, Bossi aveva dato del terrone a Giorgio Napolitano. “Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terun“, aveva detto Bossi facendo con la mano destra il segno delle corna. L’ordine di carcerazione è stato sospeso vista l’età avanzata del condannato: Bossi ha un mese per decidere come scontare la pena.

Bossi, condannato per un “terun” di troppo

Il 26 settembre è arrivata la sentenza definitiva per Umberto Bossi, ora condannato a un anno e quindici mesi. La trafila giudiziaria era iniziata poco dopo il comizio di Albino. In primo grado il fondatore della Lega era stato condannato a diciotto mesi dal Tribunale di Bergamo. La Corte d’appello di Brescia aveva confermato i diciotto mesi, aggiungendo l’obbligo di pagamento di duemila euro alla Cassa delle ammende; la procura generale di Brescia ha ridotto a dodici mesi e quindici giorni la condanna, confermando però la multa.

Le parole che sono costate una condanna per vilipendio a Umberto Bossi facevano parte di una linea ideologica che ora la Lega sembra aver abbandonato: al posto dei terroni vengono additati gli immigrati. Prima del “terun” incriminato, infatti, Bossi aveva ironizzato anche sul tricolore, ora tanto caro a Matteo Salvini: “Abbiamo subìto anche il presidente della Repubblica che è venuto a riempirci di tricolori, sapendo che non piacciono alla gente del Nord.

Umberto Bossi ora ha trenta giorni per fare richiesta per una misura alternativa alla detenzione. Può scegliere tra detenzione domiciliare, semilibertà, affidamento in prova ai servizi sociali e sospensione dell’esecuzione della pena detentiva. Nel caso in cui lo storico leader del Carroccio non scelga nessuna di queste opzioni, dovrà scontare la pena in carcere.