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Obbligo di mascherina all'aperto, Galli: "L'abolizione? Voglio essere rassicurante. Un tormentone politico"

Massimo Galli

Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell'ospedale Sacco, ha espresso il suo parere sull'addio alle mascherine all'aperto.

Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’ospedale Sacco, ha espresso il suo parere sull’addio alle mascherine all’aperto. Il medico ha rilasciato alcune dichiarazioni a SkyTG24, in merito alle mascherine e ai vaccini.

Galli sull’obbligo di mascherina all’aperto

Il Governo sta pensando di eliminare l’obbligo di mascherina all’aperto a partire da luglio. “Mi sembra stia diventando un altro di quei tormentoni di contenuto più che altro politico, per accattivarsi un po’ di simpatie di qua o di là. Io mando un messaggio forte e chiaro a quelli che anno situazioni più fragili, anche vaccinati, ma anche a quelli che non si sono vaccinati: fino a che la situazione non si stabilizza e non diventa tranquilla, usate la mascherina, soprattutto in ambiti di affollamento. È un sacrificio minimo che comunque aiuta a ridurre la circolazione del virus. Non dico in spiaggia piuttosto che al ristorante, ma in situazioni affollate, anche all’aperto, vale la pena di ricordare che è sicuro che ci aiuti” ha commentato Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, che ha parlato di mascherine e vaccini su SkyTG24.

Obbligo di mascherina all’aperto, Galli: “Voglio essere rassicurante”

Mi sento di essere francamente rassicurante sulla base dei dati che abbiamo, che non sono moltissimi ma sono piuttosto robusti, nel dire che addirittura sembra che la vaccinazione eterologa, in termini di efficacia, nell’indurre anticorpi, sia migliore della classica impostazione, con due dosi dello stesso tipo di vaccino” ha dichiarato Galli. “Se dobbiamo essere onesti nel dire che i dati sono ancora abbastanza limitati, dobbiamo altrettanto dire che però non è un salto nel buio” ha aggiunto.

Galli su obbligo di mascherina all’aperto e AstraZeneca

Il professor Galli aveva parlato della possibilità di aspettare per somministrare la seconda dose di AstraZeneca agli under 60, verificando la loro risposta anticorpale con una sola dose. “É una mia posizione un po’ eretica che viene dal fatto che AstaZeneca inizialmente era stato impostato come vaccino a una sola dose e che ci sono dati piuttosto rassicuranti sull’efficacia della prima dose e sulla durata di questa efficacia. Se oltre a confidare che la prima dose ti sia stata favorevole, hai anche la prova di anticorpi che dimostrano che tu hai risposto, rimandare la dose successiva non implica problemi particolari e ci consente, da questo punto di vista, di avere qualche mese che consenta una migliore definizione della problematica. L’unica questione è capire se e quali ulteriori verifiche e variazioni di strategia dovranno essere prese in considerazioni” ha dichiarato l’esperto, che ha sottolineato che queste persone, se dovesse essere dimostrato che hanno abbastanza anticorpi, dovrebbero essere considerati come le persone completamente vaccinate per ottenere il pass.