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Parlamento: stop ai lavori, in ferie per oltre un mese

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Al via la pausa estiva del Parlamento, i cui lavori verranno sospesi per poco più di un mese. Riapertura prevista per l'11 settembre.

Si avvia alla pausa estiva il Parlamento, con i suoi due rami che interromperanno i lavori per buona parte di agosto, per riaprire a settembre inoltrato.

Pausa estiva del parlamento di oltre un mese

Pausa già calendarizzata per il Senato, dove la conferenza dei capigruppo ha approvato il calendario dei lavori fino al 13 settembre 2018. Oggi – giovedi 2 agosto 2018 – si terrà il question time, inoltre sempre oggi, venerdì e se necessario lunedì 6 agosto i senatori dovranno continuare l’esame del decreto mille-proroghe e del “decreto dignità”. Assemblea che poi chiuderà i battenti, per riaprire quelli delle commissioni martedì 4 settembre 2018, con la prima riunione programmata a Palazzo Madama per il martedì successivo, l’11 settembre 2018. In quella data la Camera Alta discuterà delle proposte delle commissioni di inchiesta sulla gestione del terremoto dell’Aquila e quelle avanzate dalla commissione sul femminicidio.

La pausa della Camera Bassa

Mentre la Camera non ha ancora calendarizzato le ferie, l’agenda di Montecitorio vede in programma un’ultima seduta martedì 7 agosto 2018, avendo però da qui ad allora in programma la discussione di una serie di discussioni su argomenti non certo secondari, come per esempio l’approvazione dei Decreti presentati dal governo Conte, il decreto per il Tribunale di Bari, quello per la fatturazione elettronica dei benzinai, la cessione di ulteriori unità navali alla guardia costiera libica – finalizzata a sostenere un maggiore controllo delle partenze di migranti dal nordafrica – oltre che una serie di votazioni per la modifica delle attribuzioni dei ministeri e la ratifica di una serie di accordi firmati con Gli Emirati Arabi Uniti.

Trenta giorni di stop ai lavori

Entrambi i rami terranno comunque aperta una “finestra” temporale di quattro giorni, dal 6 al 10 agosto, per fronteggiare ulteriori questioni che dovessero presentarsi. La chiusura del Parlamento appare comunque in linea con quelle delle scorse legislature: il parlamento si era infatti riunito fino al 9 agosto nel 2013, fino al 7 agosto nel 2014, e fino al 5 agosto nel 2015 e nel 2016. Chiusura record per il 2017, in cui Montecitorio ha chiuso per ben 39 giorni. Quindi più di trenta giorni di ferie per i nostri parlamentari, che dal 6 agosto saranno chiamati a riunirsi solo se “necessario”. Una eventualità che siccome prevista per far fronte a crisi di particolare entità, ci auguriamo non debba verificarsi.

Una chiusura in linea con le precedenti

Una decisione che come dicevamo appare perfettamente in linea con quelle delle precedenti legislature, che viene da qualcuno proprio per questo criticata. Infatti, del calendario così come è stato approvato, si critica proprio l’assenza di un segnale che fosse in controtendenza rispetto al passato. E c’è chi – proprio per questo – suggeriva la data del 3 settembre per la riapertura.

Ma il vero problema non sono le ferie

Una minaccia più preoccupante per la salute della democrazia italiana – come sottolineato anche dal portale Openpolis – è invece rappresentata dalla perdita di centralità del parlamento. Infatti il problema di fondo non è rappresentato dal periodo – giorno più giorno meno – in cui l’emiciclo resta chiuso per ferie, bensì dalla sua marginalizzazione nel processo legislativo, ormai sempre più in mano al governo. Parlamento che quindi diventa un mero ratificatore dei Decreti legge Governativi, e che viene in questo modo spogliato della sua funzione primaria, che è – per l’appunto – quella legislativa. Una tendenza già registrata in passato, che pare non cambiare nemmeno con questo governo, che utilizza lo strumento del Decreto per provvedimenti – quale il decreto dignità – che non ha certamente caratteristiche di urgenza.