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Peschereccio italiano speronato da barche turche di fronte alle costa della Siria

il "Michele Giacalone"

Peschereccio italiano speronato da barche turche di fronte alle coste della Siria, lo sfogo dell'armatore Giacalone: "Ormai cacciati dal Mediterraneo"

Un peschereccio italiano è stato quasi speronato e fatto segno di una fitta sassaiola da barche turche di fronte alle coste della Siria, peggio della canzone di Antoine. È il secondo episodio in pochi giorni in cui la nostra flotta da pesca viene presa di mira dai paesi rivieraschi del Mediterraneo. Il 6 maggio  una motovedetta libica aveva aperto il fuoco contro due pescherecci della stessa flotta ed avevano causato il ferimento del comandate. Comandante che, a giocare di iperbole amara, porta un cognome che non deve piacere molto nell’ormai ex Mare Nostrum, Giacalone

Peschereccio italiano speronato da barche turche di fronte alle coste della Siria: Giacalone nel mirino

Già, perché Giacalone era il comandante ferito dai libici, Giacalone è il nome del peschereccio assaltato dai turchi e Giacalone è l’armatore della flottiglia che annovera tutte le barche prese di mira. Il peschereccio in questione è della flotta di Mazara del Vallo, il “Michele Giacalone” e, secondo il racconto del comandate e dell’equipaggio, è stato preso d’assalto da un altra nave motopesca turca. Il tutto sarebbe accaduto mentre la nostra moto barca si trovava in acque internazionali, tra la Siria e la Turchia, per la precisione a 27 miglia nautiche dalle coste turche.

Peschereccio italiano speronato da barche turche di fronte alle coste della Siria, le parole dell’armatore

A confermare la notizia anche l’armatore, Luciano Giacalone. L’uomo è arrivato presso la Capitaneria di Porto per sporgere denuncia in merito al lancio di pietre ed alla condotta palesemente aggressiva della motonave turca contro il peschereccio mazarese. Ecco cosa ha detto ai media locali nell’imminenza della verbalizzazione dell’accaduto riferitogli dal comandante del “Michele Giacalone”: “Erano già accaduti episodi simili, ma mai di questa portata. Il peschereccio si trova in quell’area, in acque internazionali dopo che il 3 maggio scorso aveva subito un tentativo di abbordaggio da parte dei libici”. 

Peschereccio italiano speronato da barche turche di fronte alle coste della Siria, ormai è persecuzione

E Giacalone ha poi proseguito rimarcando con sconforto come sia ormai diventato una specie di gioco al massacro per i pescherecci mazaresi ed italiani cercare acque internazionali pescose senza incappare in qualcuno che non spari, lanci sassi o non voglia abbordare il suo naviglio. “Non bastavano i rischi e i problemi con la Libia, ora ci viene impedito di pescare anche in pieno Mediterraneo. Vorrei sapere dal governo dove possiamo andare a pescare senza rischiare la vita”. Alla sassaiola in questione avrebbero partecipato più navi, una decina, e ad essa avrebbe fatto da culmine la manovra di prora diretta di una di esse, in rotta di speronamento. “Il mio peschereccio insieme ad un altro mazarese, il ‘Sangiorgio I’, si trovava in acque internazionali davanti la Siria, quando è stato attaccato dai turchi. Ci hanno detto che non dovevamo più pescare lì”.