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Piero Fassino torna sugli stipendi dei parlamentari e scarica la colpa agli altri

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"Non è vero che l'indennità dei parlamentari è di 11mila euro". Piero Fassino prova a giustificarsi dopo la polemica

“Non volevo lamentarmi dell’indennità”. L’onorevole Piero Fassino si gioca la carta del “non mi sono spiegato”, dopo le polemiche sugli stipendi dei parlamentari. Il 2 agosto ha sventolato la sua busta paga sollevando un polverone che non si vedeva dai tempi dei Vaffa Day grillini prima maniera e del clamoroso successo editoriale “La casta” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.

Piero Fassino e gli altri che “non hanno capito”

Ospite a Timeline, su Sky Tg24, l’ex sindaco di Torino e deputato del Pd commenta il caso a freddo. Intanto si dice “stupito e sconcertato” per le reazioni. E accusa gli altri: “Molti hanno equivocato come se io mi lamentassi. In realtà – spiega – c’è stato un odg presentato da un parlamentare di centrodestra che ha chiesto di aumentare l’indennità ed equipararla a quella dei senatori, e in quel caso nessuno ha ritenuto di dire nulla”.

“Sono stato ingenuo”, e poi dà la colpa agli altri

Dopo le giustificazioni, anche a fronte delle reazioni interne al partito (la segretaria Elly Schlein ha preso le distanze), Fassino prova a ridimensionare il caso ammettendo di essere stato ingenuo:

“Non è stato un errore, ma un’ingenuità. Danneggia più il Pd dire che un parlamentare guadagna 12mila euro o dire la verità? Credo di essere stato ingenuo, questo sì”.

Comunque per Fassino la colpa è degli altri che non hanno capito. E rincara la dose: “Ho semplicemente ricordato che l’indennità è di una certa dimensione e non è di quella dimensione stratosferica che viene propalata. Si parla di 11 o 12mila euro, ma non è vero“.

Vero, l’indennità non è di 11mila euro, ma tra diarie, benefit, vantaggi e tanto altro, un parlamentare li supera addirittura (qui per scoprire quanto guadagna un parlamentare).