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Quanto guadagna un parlamentare in Italia

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Ecco quanto guadagna realmente un parlamentare e quali vantaggi e benefit sono concessi

Da quando l’onorevole Piero Fassino ha sventolato la sua busta paga alla Camera, quasi come volesse piangere “miseria”, molti esponenti della sinistra hanno preso le distanze, tra cui la segretaria del Partito democratico Elly Shlein.

“Non sono stipendi d’oro”, ha rivendicato il 2 agosto, riaprendo il dibattito sugli stipendi dei parlamentari, come non accadeva dagli anni ruggenti dei Vaffa Day di Beppe Grillo e dai tempi del clamoroso successo editoriale “La casta” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.

Ma quanto guadagnano davvero i nostri esponenti a Roma?

 

Indennità, diaria e rimborsi: quanto guadagnano davvero i parlamentari

Intanto bisogna precisare che l’ex sindaco di Torino Fassino, in politica sin dalla lontanissima Prima Repubblica, con all’attivo la sua settima legislatura, quando parla dei 4.718 euro si riferisce “all’indennità che ciascun deputato percepisce ogni mese” prevista dall’articolo 69 della Costituzione italiana.

Aggiunge inoltre che la politica costa e che gli esponenti versano quote ai partiti.

Al netto di questi “dazi” da pagare, un deputato per la precisione guadagna:

·       L’indennità prevista di 10.435 euro lordi, ma bisogna togliere le ritenute previdenziali, assistenziali, fiscali (si arriva alla cifra indicata da Fassino);

·       La diaria di 3.503,11 euro (Fassino dice di devolverne 2.500 al Pd nazionale e veneto);

·       Il rimborso spese per l’esercizio del mandato fino a 3.690 euro;

·       Il rimborso telefonico di 1.200 euro annui (in un Paese liberale come l’Italia dove internet e telefonate vengono offerte anche a 7 euro al mese!);

·       Ben 3.995,10 euro per i trasporti ogni tre mesi (Un abbonamento integrato in Lombardia costa 100 euro!).

Ai senatori i benefit e rimborsi sono ancora più elevati. Senza contare i vantaggi concessi a tutti i parlamentari per l’accesso a pensionamenti e ad altri diritti ben più sudati dal comune corpo elettorale.

Solo nel 2006 l’importo dell’indennità parlamentare è stato ridotto del 10%. Gli adeguamenti retributivi dovevano essere sospesi, invece lo stop è stato prorogato a tutto il 2023.

Capitolo a parte meritano i rimborsi ai partiti o alle fondazioni, spesso usati per giustificare altri pagamenti personali e non dichiarati direttamente.