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Condono, Di Maio "Siamo una famiglia onesta"

Di Maio condono Pomigliano

Di Maio difende la propria famiglia dalle accuse rivolte al padre di aver pagato per regolarizzare la propria casa abusiva di Pomigliano.

“Stamattina il quotidiano Repubblica si è inventato questo scoop in prima pagina: ‘Quei piani abusivi di casa Di Maio condonati dal padre per duemila euro'”. Il vicepremier Luigi Di Maio ha scelto un video su Facebook (pubblicato sulla pagina del fratello Giuseppe) per rispondere alle accuse avanzate da Repubblica a proposito del condono edilizio del 1985 di cui il padre approfittò per regolarizzare la casa di famiglia a Pomigliano. Il ministro mostra una copia del quotidiano e lo apre alla pagina dell’inchiesta. “Ovviamente qui è sbattuta la foto della mia famiglia, ma va bene, fa parte del gioco. Ecco la mia casa, l’indirizzo civico… è quello che fanno sempre. Siamo sempre stati una famiglia onesta, che si è sempre comportata onestamente”.

Di Maio “Non ho niente da nascondere”

Di Maio racconta di aver chiamato il padre per ottenere chiarimenti, dopo aver saputo dell’articolo di Repubblica. “Voi direte: ma ti pare che il vicepremier, ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, si deve mettere a spiegare queste cose? Sì, perché io voglio essere trasparente, non ho niente da nascondere. Ho chiamato mio padre e gli ho chiesto: ‘Ma nel 2006 cos’hai combinato?‘”. La risposta di Di Maio senior è stata la seguente: “Nel 2006 ci è arrivata una risposta del 1985 che riguarda la casa costruita nel 1966. Vorrei spiegarvi questa cosa, la dico col sorriso ma non è bello vedere la propria famiglia sbattuta a pagina 10 e trattata come quelli che fanno i furbetti e i condoni edilizi. Nel 1966 mio nonno ha costruito la casa in cui vivono i miei genitori. Nel 1966 mio padre aveva 16 anni. La casa è stata costruita in base al regio decreto del 1942. Nel 1985 (quando mio nonno non c’era più e io non c’ero ancora) mio padre è venuto a conoscenza della legge che permette di regolarizzare qualsiasi manufatto costruito in precedenza”.

Il vicepremier ha giustificato la richiesta della regolarizzazione dell’abitazione affermando: “Siccome nel 1966 mio nonno l’aveva costruita e nel 1985 è difficile che esistessero tutte le carte di quella casa, mio padre è intervenuto e ha chiesto la regolarizzazione della casa. Ha presentato la domanda ad aprile del 1986. Ha ricevuto una risposta nel 2006, quindi diverse decine di anni dopo, in cui il Comune diceva: ‘Devi pagare duemila euro e regolarizzi la casa costruita nel 1966′”. Una cifra che il geometra ha immediatamente versato. “Ho chiamato mio padre e gli ho detto di mandarmi tutte le carte. Anche tutti i cedolini di quello che ha pagato”, ha concluso il vicepremier mostrando i documenti alle telecamera.