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Manovra, Conte e Di Maio aprono al dialogo con Ue

Manovra, dialogo Conte Di Maio

Conte e Di Maio aprono al dialogo con l'Europa dopo la bocciatura della manovra. Moscovici: "No a trattative da mercanti di tappeti".

Sono ore delicate quelle che seguono la bocciatura della manovra economica da parte dell’Unione europea. Dopo una prima fase di forti tensioni e chiusura totale nei confronti delle richieste di Bruxelles, sembra aprirsi un primo spiraglio al dialogo. A farsene portavoce sono il premier Conte e il suo vice Di Maio. Il presidente del Consiglio si rivolge ai deputati della Camera e spiega: “Siamo responsabili, non c’è nessuna presunta ribellione all’Ue”. Il governo, prosegue Conte, manderà all’Europa le proprie “controdeduzioni, una replica ben articolata ed esaustiva allo scopo di illustrare i programmi e le decisioni. Ribadiremo e puntualizzeremo gli effetti della manovra sulla crescita. Ci sarà un’accelerazione degli investimenti e rimodulazione in Parlamento di alcuni interventi se possono accrescere gli effetti positivi sulla crescita senza alterare ratio e contenuti”.

Di Maio “Dialogo a oltranza”

Anche Luigi Di Maio smorza i toni e, ospite di Piazza Pulita, dichiara: “Non ci deve essere il muro contro muro, ma un dialogo a oltranza“. Allo stesso tempo, però, il vicepremier ha spiegato che il governo non può deludere i cittadini, che si trovano ad affrontare un “momento storico: 30 miliardi nelle tasche degli italiani e delle imprese, così l’Italia decolla”. Parlando di numeri, il ministro del Mise ha commentato: “La nostra previsione di crescita è 1,5, la loro è 1,3, quindi qual è la differenza?”. L’aumento dello spread “ci deve preoccupare ma è insostenibile se resta così per molti mesi”. Di Maio guarda avanti, alle Europee di maggio: da quel momento “cambia tutto in Europa, come hanno chiesto il cambiamento in Italia lo chiederanno gli europei”.

A Piazza Pulita, Di Maio è tornato a parlare anche del presidente dell’Inps. “Boeri ha storicamente un rapporto conflittuale con i governi, non solo con questo”, ha commentato. “Ha finito il suo mandato tra pochi mesi poi potrà fare della sua vita quello che vuole. Io non lo rimuoverò. Resta là fino alla fine del suo mandato. Se c’è un guardiano nel verificare le nostre misure siamo più garantiti: se non è d’accordo con noi ci da numeri più oggettivi”.

Scontro tra Salvini e Moscovici

“Sull’Italia ho una parola d’ordine che in questo momento non è né formale né fittizia: in questo momento il dialogo con l’Italia è più necessario che mai”. Queste le parole pronunciate da Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari economici. Davanti ai deputati Ue riuniti a Parigi, ha ribadito: “Possiamo avere un accordo sulle regole, avvicinarci a queste regole, ma non può esserci una trattativa da mercanti di tappeti. Nel tennis quando la pallina cade sulla linea, magari leggermente all’esterno, un arbitro indulgente può considerare che hai segnato il punto. Ma se lanci la pallina sugli spalti, non c’è arbitro che possa accettare il punto”. Una metafora sportiva in cui l’Italia è “la pallina sugli spalti e la Commissione è l’arbitro”.

Le immagini del mercante di tappeti e del tennis non sono state gradite da Matteo Salvini. “Il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua ad insultare l’Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta, la pazienza è finita“, ha commentato il vicepremier. “Noi passi indietro non ne facciamo”, ha continuato intervistato a Uno Mattina. “Non faremo passi indietro perché i soldi che abbiamo messo nella manovra economica riguardano la sanità, e il diritto alla salute non si tocca. C’è un’idea di Italia che cresce”.