> > Cori razzisti, Gad Lerner: "Salvini ha responsabilità"

Cori razzisti, Gad Lerner: "Salvini ha responsabilità"

Violenza e cori razzisti negli stadi, Gad Lerner attacca Salvini

Il giornalista: "Il ministro della Nutella smetta i panni dell'ultras. Ci sono potenti che si sono fatti strada con questi messaggi di razzismo".

Gad Lerner va all’attacco di Matteo Salvini dopo i fatti di Inter-Napoli. In un’intervista a Fanpage il giornalista, nel condannare i cori razzisti nei confronti dei tifosi azzurri e del difensore Koulibaly, tira in ballo in maniera esplicita il vicepremier e ministro degli Interni: “Credo che occorra che il ministro della Nutella smetta i panni dell’ultras e riconosca le gravi responsabilità che porta fin da quando si faceva riprendere canticchiando che i napoletani puzzano”.

“Le curve sono state legittimate”

Lerner punta il dito contro i politici e in particolare contro la Lega: “(…) La Curva ha avuto incoraggiamenti dall’alto, legittimazioni. Ci sono potenti che si sono fatti strada con questi messaggi di razzismo che dentro agli stadi si incendiano rapidamente”. Allargando poi il campo anche agli incidenti all’esterno di San Siro, a causa dei quali un tifoso 39enne ha perso la vita, aggiunge: “Credo ci siano squadristi organizzati da entrambe le parti, questo spiega l’episodio di via Novara e via Sant’Elena, agguati predisposti e gente che arrivava in incognito. Ma il fatto che questo assuma le forme di settentrionali contro meridionali è una triste eredità della politica degli ultimi anni o decenni, perché la Lega è il partito che da più tempo siede nel nostro parlamento”.

“La partita andava sospesa”

Secondo Gad Lerner la sfida del Meazza “andava sospesa” (non è invece avvenuto e Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, si è lamentato in proposito) e sulle misure invocate dal questore di Milano (chiusura della Curva Nord fino al 31 marzo e divieto di trasferte per i tifosi dell’Inter fino al termine della stagione) evidenzia con rammarico: “Da interista che fa le trasferte, e ne ho fatte tante, mi fa male questa necessità del pugno duro, ma temo che non ci siano alternative”.