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Decreto sicurezza, Digos a Palermo: Questura smentisce

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Mentre Leoluca Orlando, con cittadini e associazioni, era in piazza a protestare contro il Decreto sicurezza, la Digos pare che indagasse in Comune.

Alle ore 11 di venerdì 4 dicembre 2019 si sono radunate a Piazza Pretoria a Palermo tante associazioni, forum, sindacati e semplici cittadini che “hanno scelto di incontrarsi per ribadire il proprio NO a leggi inumane e incivili e il proprio SI ai principi cardine della nostra comunità nazionale, della nostra storia. Della nostra Costituzione. Non è pro o contro qualcuno, ma per la nostra umanità”, spiega Leoluca Orlando su Facebook, che guida quel fronte trasversale che critica aspramente alcune misure contenute del decreto Sicurezza. Nel corso del sit-in la Digos si sarebbe recata presso l’ufficio Anagrafe di Palermo. La Questura però smentisce.

Digos vigila su Leoluca Orlando?

Il sindaco di Palermo contesta in particolare il divieto di iscrizione all’anagrafe di quei migranti in attesa della definizione del loro status. Maurizio Pedicone, il capo area dei Servizi al cittadino del Comune, ha annunciato difatti l’attuazione dei “provvedimenti conseguenziali di competenza in materia di residenza dei cittadini stranieri“. In sostanza, il rilascio dei documenti per quei migranti che hanno richiesto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, status non più rinnovabile dopo il decreto fortemente voluto da Matteo Salvini.

“Ho esercitato le mie funzioni di sindaco e ho sospeso l’applicazione di norme di esclusiva competenza comunale che potevano pregiudicare i diritti umani dei migranti che sono persone”, ha chiarito Leoluca Orlando in piazza. “E adesso adisco all’autorità giudiziaria perché possa, in quella sede essere rimessa la questione alla Corte Costituzionale che giudicherà la legittimità o illegittimità costituzionale di queste norme che hanno un sapore certamente disumano e criminogeno”, ribadisce.

Il Viminale però non starebbe a guardare. La Digos infatti, mentre si svolgeva il sit-in in città, si sarebbe recata presso l’Ufficio Anagrafe di Palermo. “Gli agenti hanno chiesto cosa accade quando vogliamo regolarizzare la posizione di un richiedente asilo e quali sono le procedure che stiamo seguendo” sostengono i dipendenti, come riporta Il Fatto Quotidiano. La Questura però smentisce. “Con riferimento alla notizia diffusa in data odierna da organi di stampa locale, in ordine ad un asserita presenza di personale della Digos di Palermo presso l’ufficio Anagrafe del comune, per assumere informazioni sulle procedure, inerenti i richiedenti asilo politico, adottate da quell’ufficio, si riferisce che tale notizia è destituita di ogni fondamento – si legge in una nota – e che nessun dipendente della locale Digos ha fatto accesso nei predetti uffici comunali, in data odierna”.