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Nuovo governo ipotesi, Zingaretti: "Cinque punti per trattare con il M5s"

Nuovo governo ipotesi Zingaretti m5s

La costruzione di un'alleanza Pd-M5s per un nuovo governo si fonda su cinque punti fondamentali: l'ipotesi di Nicola Zingaretti.

A poche ore dall’inizio delle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo, si riunisce al Nazareno la Direzione Nazionale del Pd, sotto la guida di Nicola Zingaretti. Il segretario dem, nella sua relazione, ha dettato la propria linea politica in questa delicata fase che segue le dimissioni del premier Giuseppe Conte. Zingaretti ha parlato della necessità di un governo “di svolta” rispetto all’esecutivo gialloverde e ha elencato i cinque punti su cui costruire l’eventuale alleanza con il M5s.

Nuovo governo, l’ipotesi di Zingaretti

Il nuovo governo dovrà segnare una “discontinuità con il precedente” e dovrà godere di una “forte condivisione degli obiettivi” tra gli alleati, “altrimenti è meglio andare alle urne”. No, dunque, a un “contratto cambiando solo capitoli e sottotitoli”. Queste sono le premesse su cui, secondo Nicola Zingaretti, si dovrà costruire l’esecutivo che seguirà quello di Giuseppe Conte. Nelle parole del segretario dem al Nazareno si legge la volontà di non chiudere la porta all’eventualità di un’alleanza che possa evitare le elezioni anticipate: “Di fronte alla situazione drammatica del Paese abbiamo il dovere, come forza democratica, di dare disponibilità e verificare se esiste la possibilità di dare vita a una maggioranza parlamentare nuova, forte. La nostra proposta deve essere chiara, lineare, trasparente, per evitare a tutti coloro che tenteranno questo esperimento l’accusa di trasformismo. No a una confusa ammucchiata”.

Trattativa con M5s, i punti

Dopo gli attacchi sferrati al premier Conte al termine del suo discorso in Senato, Zingaretti non ha escluso l’eventualità di un dialogo con il M5s che porti alla formazione di un governo giallo-rosso. Affinché le trattative siano possibili, però, per il segretario dem è indispensabile rispettare cinque punti:

  • Appartenenza leale all’Unione europea
  • Pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del Parlamento
  • Sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale
  • Cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa
  • Svolta delle ricette economiche e sociali, in chiave ridistributiva, che apra una stagione di investimenti.

“Non ho mai demonizzato M5s”, ha continuato il leader dem. “Anzi, al contrario, sono stato oggetto di critiche a volte feroci perché ho tentato di sviluppare un’analisi attenta su questo Movimento, ma non posso ignorare differenze enormi, che riguardano principi, un’idea di Europa di democrazia. Non facciamo finta che questa differenza siano scomparse. Dobbiamo lavorare sui contenuti e sul merito”.