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Crisi di governo, Cerno (Pd): "Mi scuso con Conte, è un buon premier"

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Il senatore dem Cerno si scusa con il premier Conte e commenta l'ipotesi di un governo Pd-M5s: "Sono due partiti seri, ci proveranno".

L’eventualità di un accordo tra Pd e M5s appare sempre meno remota dopo le parole pronunciate dal segretario Nicola Zingaretti al Nazareno e al termine delle consultazioni in Quirinale. Un avvicinamento tra le due forze politiche è confermato anche dalle parole di Tommaso Cerno, ex direttore de L’Espresso e senatore del Partito Democratico, che commentando la crisi di governo si è scusato ufficialmente con il premier Giuseppe Conte che ha definito “un uomo di Stato”.

Crisi di governo, le scuse di Cerno

Il senatore Cerno si è complimentato con Conte che, nel momento dell’apertura della crisi di governo, ha saputo essere la vera novità rispetto al passato. Conte “va benissimo come premier. Zingaretti ha chiesto discontinuità e chi rappresenta più la discontinuità in Italia di un premier che è andato in Parlamento a dire che la Lega ha imbrogliato il Paese? Lui si è reso discontinuo al suo governo e per questo lo ringrazio. Io per primo gli chiedo scusa. Feci un’interrogazione ironica per chiedere dove fosse finito”.

Governo Pd-M5s

Cerno è tra i deputati del Pd che guardano con favore a un accordo con il partito di Luigi Di Maio. L’ipotesi di un governo Pd-M5s è “difficile”, ha ammesso il senatore, ma proprio per questo “si può fare” perché gli ostacoli sul cammino verso l’intesa sono la prova che non sarebbe il frutto di un “accordo di palazzo”, come invece accusa Matteo Salvini. “Siccome il M5s e il Pd sono due partiti seri, che non vogliono far cadere l’Italia per vezzo, ci proveranno“, spiega. “Ho sempre pensato bene dei 5 Stelle. Quando nasce qualcosa che viene chiamato anti-politica, significa che è la politica vera”.

Il decalogo di provvedimenti presentati dal M5s a Mattarella e alla stampa nel corso delle consultazioni non sarebbero in contrasto con il programma del Pd, continua Cerno. Tra gli elementi di compatibilità, il senatore ha voluto ricordare il taglio dei parlamentari (“è una riforma giusta, deve essere fatta seriamente, entro la legislatura”) e la lotta al conflitto di interessi (“una legge che la sinistra deve fare dal 1994”). “Questa è l’ultima occasione di dire al Paese che il Pd può ancora chiamarsi sinistra”, ha concluso il parlamentare.