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Vicepresidente del comitato di Auschwitz: "Salvini è un fascista"

Auschwitz Salvini

L'accusa di fascismo e di risvegliare l'antisemitismo pesa su Salvini, soprattutto dopo il rifiuto di Liliana Segre di partecipare alla sua conferenza

Christoph Heubner, vicepresidente del comitato di Auschwitz, ha rivolto delle forti accuse contro il leader della Lega. In occasione di una conferenza stampa a Berlino per la recente giornata della memoria, Heubner ha definito Salvini un fascista.

Le accuse a Salvini

Il vicepresidente dell’organizzazione, creata nel 1952 dai superstiti del campo di concentramento, accusa l’ex-ministro: “I messaggi che trasmette Salvini risvegliano l’antisemitismo. E lui si rivolge agli antisemiti, che si trovano nel suo entourage”.

Secondo Heubner, sarebbero state proprio le sue parole a generare le minaccie sorte nei confronti della senatrice a vita Liliana Segre, ora sotto scorta. Infatti egli ha dichiarato: “Noi proteggiamo la democrazia e proteggiamo Liliana Segre. Per noi sono cose identiche. E questa è una posizione molto importante”. Invece al contrario “Salvini è il prototipo di quei politici che preparano l’umore sociale e rendono il fascismo chic”.

Le parole del vicepresidente giungono pochi giorni dopo la conferenza contro l’antisemitismo organizzata da Salvini. All’incontro partecipò la Presidentessa del Senato Casellati. Ma ha fatto notizia il rifiuto dell’invito da parte di Liliana Segre.

Nella lettera di risposta al leader della Lega la senatrice affermava: “Ritengo che non si debba mai disgiungere la lotta all’antisemitismo dalla più generale ripulsa del razzismo e del pregiudizio che cataloga le persone in base alle origini, alle caratteristiche fisiche, sessuali, culturali o religiose. Questa visione mi pare tanto più necessaria in questa fase storica, in cui le condizioni di disagio sociale spingono tanti a indirizzare la propria rabbia verso un capro espiatorio, scambiando la diversità per minaccia”.

Pochi mesi prima ebbe inizio lo scontro tra Segre e Salvini in occasione del voto sulla commissione contro l’odio, proposta dalla stessa senatrice a vita. La mozione riuscì a essere approvata anche senza i voti dei partiti di destra, uniti nell’astensione.

A riguardo, Salvini si difende affermando la paura che il suo slogan “Prima gli italiani” possa essere inserito nelle forme di discriminazione che la Commissione della senatrice vuole sradicare.