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Coronavirus, Fontana manda lettera a Conte chiedendo nuove restrizioni

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Il presidente della Lombardia Fontana ha inviato al premier Conte una lettera in cui chiede ulteriori restrizioni per contenere il coronavirus.

Nella giornata dell’11 marzo il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha inviato al premier Conte una lettere in cui chiede ulteriori restrizioni per contenere e fermare l’epidemia di coronavirus all’interno della regione. In particolare Fontana chiede la chiusura totale di negozi e centri commerciali (a esclusione di alimentari e farmacie), l’obbligo di smart working e la rimodulazione dei servizi di trasporto pubblico.

Coronavirus, la lettera di Fontana a Conte

La lettera del presidente Fontana inizia con le seguenti parole: “Regione Lombardia nel valutare l’aumento esponenziale dei casi di contagio e il conseguente aggravio sul sistema sanitario, ritiene necessario procedere ad un inasprimento delle iniziative di contenimento già in essere avendo constatato la riduzione dei contagi nell’area del primo focolaio della Provincia di Lodi soggetta a misure restrittive dal 23 febbraio”.

Nel suo intervento in conferenza stampa, Fontana ha precisato che le misure sono state proposte di comune accordo con i sindaci dei capoluoghi della Lombardia, nonché con l’Anci, l’Upl e il Patto per lo sviluppo: “Si propone, pertanto: chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità e alle edicole; chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità”.

Tra le attività commerciali che la lettera vuole siano soggette al provvedimento vi sono anche: Chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere; chiusura delle attività artigianali di servizio (es. parrucchieri, estetisti, ecc..) ad eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza; chiusura di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (es. ostelli, agriturismi, ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di servizio pubblico”.

Fontana chiede inoltre un’implementazione delle attività di smart working ovunque sia necessario al fine di ridurre ulteriormente le persone che escono di casa per recarsi al lavoro: “Sospensione di tutti i servizi mensa sia nelle strutture pubbliche che private; chiusura di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti. Si propone l’ulteriore sospensione, di conseguenza, dei termini processuali e degli adempimenti di natura amministrativa, assicurativa, etc”.

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La variazione del trasporto pubblico

Nel finale della lettera viene inoltre affermato che sarà compito delle Regione Lombardia individuare le attività di indifferibile necessità che non potranno essere oggetto di sospensione, aggiungendo: “Si comunica che per quanto riguarda le restanti attività produttive è già stato raggiunto un accordo con Confindustria Lombardia che provvederà a regolamentare l’eventuale sospensione o riduzione delle attività lavorative per le imprese”.

In ultimo viene infine richiesta una rimodulazione dei servizi di trasporto pubblico: “Si ritiene opportuno procedere alla variazione del servizio di trasporto pubblico in funzione delle attività che permarranno in essere. Sono in via di definizione ulteriori accordi con le associazioni di categoria per definire misure contenitive specifiche aggiuntive”.