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Coronavirus: smart working e stipendio anche a chi è bloccato in casa

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Il Coronavirus non impedisce l'erogazione dello stipendio. Tutelati i lavoratori in quarantena, smart working per la produttività.

Buone notizie per chi si ritrova a casa dal lavoro a causa della quarantena da Coronavirus, che sia per scelta delle Autorità o motivazione medica: a loro verrà comunque pagato lo stipendio, anche grazie allo “smart working”.

Coronavirus, sì allo stipendio

Siccome la decisione di assentarsi dal lavoro è stata presa dalla Pubblica Autorità, non ci saranno ripercussioni negative sulle buste paga di numerosi dipendenti domiciliati nelle “zone rosse” di tutta Italia.

Caso a parte quello di chi si mettesse in quarantena volontaria, senza presentare sintomi riconducibili al Coronavirus. Qualora fosse stato a contatto con le zone isolate o qualcuno proveniente da queste, verrà disciplinato come per le astensioni dalla prestazione lavorativa obbligate dal provvedimento amministrativo. Chi invece, preso dal panico, decidesse di assentarsi dal lavoro volontariamente e senza giustificato motivo rischia persino il licenziamento.

E per i datori di lavoro?

Il Governo sta studiando una forma di tutela per i datori che devono pagare lo stipendio ai propri dipendenti senza che questi si presentino al lavoro. Per fare ciò, si avvarrà della cassa integrazione ordinaria e del Fondo d’Integrazione Salariale, riservato ad aziende con più di cinque lavoratori, o della cassa in deroga.

Nel pomeriggio di martedì 25 febbraio 2020 verranno decise le direttive in tema di tutela da parte del Ministero del Lavoro, che ne discuterà assieme alle parti sociali. I sindacati, nel frattempo, chiedono autorevolezza: “Un confronto più ampio con il Governo con un coordinamento fattivo tra tutti i ministeri coinvolti”, questa la loro voce in merito.

Linee guida precise

Il ministro Stefano Patuanelli, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, ha convocato un meeting con i rappresentanti delle associazioni datoriali per definire linee guida in caso di emergenza da Coronavirus.

L’obiettivo sarà facilitare l’accesso al fondo garanzia per piccole e medie imprese, annullare il pagamento di bollette luce e gas, stanziare contributi per la ripresa delle attività danneggiate, estendendoli alle imprese che hanno subito danni indiretti, e infine sospendere i termini degli adempimenti societari.

La svolta dello smart working

C’è una forte volontà di andare incontro a lavoratori e dirigenti da parte delle istituzioni, non si vuole lasciare nulla al caso. Infatti, molte aziende stanno provvedendo per evitare un blocco della produttività grazie allo “smart working“.

Ebbene sì, puoi letteralmente “portarti il lavoro a casa” attraverso pc e connessione Internet. Secondo il DPCM del 23 febbraio 2020, nelle aree a rischio di Lombardia e Veneto è possibile fare smart working senza preventivo accordo tra le parti.