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Coronavirus, Zaia: "Fase 2 subito, non possiamo aspettare che scompaia"

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Il presidente del Veneto Zaia sta ragionando sulla fase 2 dell'emergenza coronavirus: come Fontana punta anch'egli alla riapertura.

Dopo la richiesta della Lombardia di iniziare con una graduale riapertura delle attività produttive dopo il 4 maggio 2020, anche Zaia ha iniziato a progettare la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Il governatore, al pari del collega lombardo, ritiene che il lockdown non possa protrarsi oltre e che, tutelando al massimo la salute dei cittadini, bisognerà imparare a convivere con l’infezione anziché aspettare che passi da sola.

Coronavirus: Zaia sulla fase 2

Il Presidente del Veneto ha spiegato che, al di là della sua posizione, sarà il governo nazionale a proporre le misure da adottare che poi le regioni potranno migliorare aggiungendo nuove norme. “Il vero tema è decidere se chiudere tutto e morire in attesa che il virus se ne vada o aprire e convivere perché oltre ad un certo limite non è più sostenibile“, ha sottolineato.

Ha poi precisato di avere in mente un progetto per rilanciare il settore del turismo, cruciale per l’economia della regione. Proprio nella stessa giornata i colleghi di partito Salvini e Centinaio hanno lanciato un pacchetto di proposte per farlo ripartire. Solo dal 4 maggio però si potrà avere certezza da parte del governo sulle regole per operatori turistici, balneazione e gestione delle spiagge. Una delle ipotesi circolate potrebbe essere quella di costruire dei plexiglass intorno ad un ombrellone per separarlo dagli altri.

Zaia ha anche affermato di voler dare un premio ai medici. Su questo fronte ci ha tenuto a dire che “la mancata applicazione dell’addizionale Irpef per un medico il cui stipendio medio è di 73mila euro lordi l’anno ha significato un mancato prelievo di 4.875 euro in 10 anni, quindi un premio da 487 euro l’anno“.