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Fase 2 Lombardia, medici contro Fontana: "Prevenzione e igiene inadeguati"

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Nasce uno scontro tra i medici e il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, sulla fase 2: si rischia il caos come nella fase 1.

In Lombardia i medici avviano una “rivolta” contro la fase 2 prevista dal governatore Attilio Fontana: mancano protezione e igiene e il rischio è una fase caotica come la prima. Paola Pedrini la segretaria lombarda della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale, ha denunciato “l’assoluta inconsistenza dei contenuti del documento sulla Fase 2″. Questa nuova fase che porta verso la graduale riapertura delle attività, secondo i medici, non consiste in altro se non “riproporre l’esistente, lasciando di fatto immutate le criticità risultate evidenti nella gestione di questa pandemia”.

Quello che occorre fare in vista della fase 2 – che doveva esser fatto però ancor prima – è “il potenziamento dei servizi di prevenzione e igiene per permettere un’adeguata presa in carico dei pazienti positivi o sospetti Covid”. Oltre a questo, è necessario “l’isolamento adeguato e un’indagine epidemiologica di identificazione dei contatti stretti nei 14 giorni precedenti la comparsa dei sintomi”. Tutto questo, però, non rientra nel piano proposto da Fontana e Gallera al Consiglio Regionale.

Fase 2 Lombardia, scontro medici-Fontana

Il piano redatto dal Consiglio Regionale e approvato da Fontana e Gallera tralascia alcuni punti fondamentali in vista della ripresa delle attività economiche. Anzitutti il potenziamento dei servizi di prevenzione e igiene, ma anche il necessario isolamento e l’indagine epidemiologica di identificazione dei contatti stretti dei positivi nei 14 giorni precedenti la comparsa dei sintomi.

Oltre alle misure necessarie da inserire nel piano in vista dell’inizio della fase 2 in Lombardia, Pedrini chiede anche l’estensione dell’autonomia dei medici. Nasce uno scontro quindi tra i medici e il governatore della Regione, che ha già approvato il piano di definizione della fase 2.

“Rischiamo di esser assoggettati ancora di più alla politica – lamenta ancora Pedrini -, perché nell’incipit del documento è scritta l’intenzione di voler far diventare i medici di famiglia e i pediatri dipendenti del sistema regionale, ma noi siamo liberi professionisti convenzionati col Servizio Sanitario Nazionale“. Forse una parte che non è stata scritta in modo chiaro, ma così si rischia di creare confusione. “In Lombardia – conclude Pedrini – la Fase 2 rischia di diventare una nuova Fase 1”.