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Fase 2, Speranza: "Errori? Coscienza a posto, ora dipende dagli italiani"

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Per Speranza "è stato giusto fare un primo passo uniforme in tutto il territorio" per la fase 2, ma non si escludono interventi territoriali.

Anche il ministro della salute torna a parlare della fase 2 e delle nuove riaperture sostenendo le scelte del governo: secondo Roberto Speranza, infatti, “è stato giusto fare un primo passo uniforme in tutto il territorio” – contrariamente a quanto invece ha detto Colao, secondo il quale si dovrebbe procedere abbandonando il criterio univoco -. Il ministro, comunque, non esclude “elementi di flessibilità regionale” in futuro. Sulla base dell’andamento dei contagi, infatti, analizzando anche i territori, sarà possibile circoscrivere i nuovi focolai.

Roberto Speranza sulla fase 2

In un’intervista per il Corriere della Sera Roberto Speranza chiude con forza ogni polemica sulla fase 2: “Non c’è nessuna pretesa di riorganizzare la società con un Dpcm“. “Le misure adottate – ha rivendicato il ministro – hanno salvato la vita a migliaia di persone. Con il lockdown si è evitato che l’onda altissima del virus arrivasse al Sud, che avrebbe pagato un prezzo molto salato”. Per questo motivo il ministro della Salute ha parlato di polemiche “senza senso”.

“Ci è sembrato giusto – ha proseguito ancora – dare un primo cauto segnale perché siamo consapevoli della sofferenza delle persone, ma come ha detto Conte non decidiamo le misure per il consenso. Se riaprissimo tutto, in due settimane il virus presenterebbe il conto”.

Rispondendo invece alle polemiche nate nelle opposizioni, Speranza prosegue chiarendo che “bisogna evitare pericolosi stop and go” perché “finché non ci saranno vaccino e terapie dobbiamo governare questo processo, se non vogliamo vedere di nuovo le terribili immagini che tutti abbiamo ancora negli occhi”.

Sulla possibilità di aver commesso degli errori, infine, Speranza si ribadisce: “Dall’Oms al premier, dai ministri, ai governatori, ai sindaci, dobbiamo tutti essere pronti a rispondere di ogni atto compiuto. È la forza della democrazia. Ma queste valutazioni le faremo dopo. Ho la coscienza a posto“.