Il Presidente della Campania Vincenzo De Luca ha espresso parole di sfogo nei confronti della gestione dell’emergenza coronavirus. Uno dei principali problemi riguarda secondo lui la mancanza di controlli e di protocolli comuni su tutto il territorio.
Coronavirus: lo sfogo di De Luca
“C’è un crollo generale, psicologico e politico, che va dalle istituzioni ai singoli cittadini e che forse era inevitabile dopo due mesi di chiusura“, ha esordito il governatore. La colpa di ciò è a suo dire da ricercare nelle decine di iniziative messe in campo che hanno contribuito a far scomparire dall’orizzonte la preoccupazione del contagio.
Il quadro che lui vede in Italia è estremamente preoccupante perché non ci sono abbastanza controlli né norme condivise su tutto il suolo. Un esempio che ha fatto è quello relativo all’obbligo di indossare la mascherina, varato in alcune regioni e non in altre. Secondo lui sarebbe necessario invece imporre l’utilizzo a livello nazionale se si vuole avere un minimo di tranquillità di base.
Infine un attacco ai comitati tecnico-scientifici nominati per affrontare l’epidemia paragonandoli ad un celebre personaggio. “Tutto il lavoro dei vari comitati è approdato a una conclusione semplice. Come diceva in un film Totò affacciato a una finestra di una ex casa chiusa: arrangiatevi“. E infine una chiosa: “Si salvi chi può“. Per quanto riguarda la sua regione, ha assicurato di seguire una propria linea nell’ottica di riaprire tutto per sempre cominciando da lunedì 18 maggio 2020.