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Zaia: "Sì ai lombardi in Veneto, ma comprendo le ansie di Solinas”

Luca Zaia

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha affermato che non chiederà i test a coloro che entreranno nella sua regione.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha di recente parlato della fase 2 dell’emergenza coronavirus, affermando che non chiederà i test a coloro che entreranno nella sua regione.

Le dichiarazioni di Luca Zaia

Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Luca Zaia ha dichiarato: “Sono convinto che si debba ripartire insieme. Del resto, non è che il virus si fermi a Sirmione o a Peschiera…”. Luca Zaia, quindi, ha dichiarato che non chiederà test a chi entra nella sua regione e a tal proposito ha dichiarato: “I test ci servono per fare i piani di sanità pubblica. Però, sono una fotografia che vale nel momento in cui viene scattata. Secondo gli esperti, i tamponi rilevano la positività dopo 7 giorni dal contagio: io posso essere negativo al momento della prova e ammalarmi tre giorni dopo”.

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Alla domanda se sarà possibile entrare in Veneto a partire dal 3 giugno ha inoltre risposto: “Certo. Ma comprendo le ansie di Solinas. Parlare è facile ma una responsabilità non si prende alla leggera. Però, nessuno può uscirne come un untore. Mi metto nei panni di un lombardo, non troverei corretto che qualcuno mi trattasse da agente di contagio”.

Per quanto riguarda i punti di ripresa annunciati dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, il governatore veneto ha poi aggiunto: “Io mi sforzo di non fare polemica. Però, scusi: lui non è arrivato ieri, martedì saranno due anni. Mi aspetterei qualcosa più che non i propositi. Tra l’altro, io sono arci convinto della necessità di un cambio di paradigma. Ma non dimentico che noi viviamo di manifattura: la prima cosa che ci chiedono queste imprese è di non complicare gli affari semplici“.