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Salvini: "Non mando mia figlia a scuola con la mascherina"

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Salvini durante la protesta contro la Azzolina: "Mia figlia non andrà a scuola con la mascherina, non è un carcere".

La Lega ha organizzato questa mattina, 25 giugno, una manifestazione di protesta davanti al ministero dell’Istruzione a Roma contro la ministra Azzolina e il suo piano scuola per riportare i ragazzi in classe a settembre. A guidare i parlamentari e i senatori leghisti il loro leader, Matteo Salvini, che ha palesato il proprio dissenso nei confronti della titolare del ministero di Viale Trastevere e ha reso noto che non manderà sua figlia a scuola con la mascherina.

Salvini: “No alla mascherina a scuola”

“Sono qui da genitore e non da senatore – ha detto Salvini – C’è un ministro non in grado di gestire la situazione, non c’è certezza per i presidi, i genitori, i sindaci e i nostri figli: non si sa quando si riparte, dove e come si riparte, chi mette la mascherina, chi mette il plexiglas. Chi paga non si sa, chi sanifica nemmeno. Un governo che mette la scuola in fondo a tutto non fa il bene del Paese”. Le linee guida sulla riapertura delle scuole a settembre verranno esaminate nell’odierna riunione straordinaria tra la Azzolina e le regioni. In questa occasione si stabilirà la data di inizio delle lezioni e le diverse modalità, ma sulla delicata questione del plexiglass il governo ha più volte detto che non verrà utilizzato all’interno delle aula degli istituti.

“Cosa faremmo noi? – ha aggiunto ancora Salvini durante il presidio – Copieremmo dall’Europa. Io mia figlia di 7 anni a scuola a settembre in un’aula buia, con la mascherina, non ce la mando. In tutta Europa i bambini stanno andando a scuola senza distanza, senza mascherina, con la maestra. Perché qui in Italia no?. La scuola non è un carcere. Mi risulta che questo ministro sia invisa anche a una parte della maggioranza, quindi cambiassero questo ministro”. Poi il leader della Lega torna sulla richiesta di unità arrivata da più parti nella maggioranza, ma mai pienamente ascoltata dal centrodestra: “Dicono che ci vogliono ascoltare? A parte che stiamo aspettando da giorni una telefonata che non c’è, non possiamo autoinvitarci a Palazzo Chigi, noi siamo pronti e i prossimi decreti, per quel che ci riguarda devono mettere al centro il lavoro, la salute, la sicurezza e la scuola. Il governo è fermo su tutto, se non decidono subito su Autostrade, su Ilva, su Alitalia, la Grecia verrà a fare acquisti in Italia, e non voglio fare questa fine”.