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M5S, espulso Rizzone: coinvolto tra i "furbetti del bonus"

M5S Rizzone

Marco Rizzone è stato espulso dal Movimento 5 Stelle. L'ufficialità in una nota dei grillini. Il deputato: "Andrò fino in fondo".

Il deputato Marco Rizzone è stato espulso dal Movimento 5 Stelle. Rizzone era coinvolto nel caso dei “furbetti del bonus”, ovvero coloro che avevano fatto richiesta dei 600 euro al governo per l’emergenza.

M5s, espulso il deputato Rizzone

Il deputato Marco Rizzone è stato espulso dal Movimento 5 stelle. La notizia è arrivata attraverso una nota annessa ad un post concernente il referendum costituzionale. In quest’ultima è spiegato che il deputato è stato espulso il 14 settembre.

Rizzone aveva richiesto il bonus da 600 euro a sostegno dei lavoratori autonomi durante la crisi per l’emergenza coronavirus. Per aver richiesto il bonus, Rizzone era stato deferito dai vertici del suo partito al Collegio dei probiviri del M5S, i quali avevano deciso per la sua sospensione.

Chi è Marco Rizzone

Marco Rizzone è originario di Genova. Classe 1983, si è laureato in Economia e commercio all’Università di Pisa. Nell’attuale legislatura è il suo primo mandato da parlamentare. Rizzone è stato eletto nel collegio 4 della Liguria. È stato considerato uno dei promotori dell’alleanza tra Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico per le elezioni in Liguria 2020 che ha portato all’elezione comunale di Ferruccio Sansa.

In merito all’accaduto, il parlamentare si era giustificato dicendo: “Pur non avendo materialmente richiesto io quanto previsto dalla legge per la mia categoria di partita Iva non incolperò (come hanno fatto altri) il mio commercialista dicendo che in automatico, sulla scia di altri assistiti, ha inoltrato la richiesta anche per me”.

Quest’ultimo ne aveva riconosciuta “l’inopportunità e, consapevole che in ogni caso la responsabilità ultima è solo mia, sono pronto ad assumermela tutta e fino in fondo, come ho sempre fatto. Però ora vi assicuro che pretenderò che si vada fino in fondo su una serie di altre ‘questioni morali’ anche più serie di questa ‘leggerezza’ e che forse sarebbe il caso di affrontare nel rispetto di chi ci ha eletti (e chi mi conosce sa che non demordo)”.