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Coronavirus, Conte: "Il governo non è andato in vacanza"

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Giuseppe Conte risponde alle critiche di chi accusa il governo di essere arrivato impreparato alla seconda ondata di coronavirus.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha risposto alle critiche di chi accusa il governo di essere arrivato impreparato alla seconda ondata di coronavirus e di essere andato in vacanza sottovalutato la pericolosità della pandemia. Lo ha fatto con una lettera a La Repubblica nella quale si legge: “Non posso accettare che passi il messaggio di un presidente e di un governo che hanno abdicato ai propri doveri approfittando della pausa estiva, che un solo weekend passato al mare o una singola cena a margine di un appuntamento istituzionale vengano così strumentalmente sottolineati”.

Coronavirus, Conte: “Nessuna vacanza per il governo”

Nessuna vacanza, nessuna sottovalutazione, ma solo un nemico ancora molto forte e un Paese che con i propri mezzi cerca di fare il possibile: “Anche nel periodo più caldo agostano – scrive Conte – ho preferito non allontanarmi da Palazzo Chigi, rimanendo a mezz’ora dal mio ufficio e continuando a fare riunioni pressoché quotidiane da remoto. A dirla in breve, caro Direttore, il governo la scorsa estate non è mai andato in vacanza.

Tutto questo, sottolinea lo stesso presidente del Consiglio, non deve rappresentare un alibi, ma far intendere che la situazione ha un livello di complicanza tale da non poter fornire al governo nessuno strumento che come una “bacchetta magica” permetta di risolvere il problema. “Dobbiamo prendere atto che siamo alle prese con uno tsunami che sta scuotendo l’intera Europa mettendo in difficoltà tutti i Paesi”.

“Questa seconda fase – prosegue Conte – viene per lo più descritta come una violenta ondata che si abbatte ben al di sopra di quelle che erano le pur prudenti attese degli altri Paesi europei. Questa descrizione invece non varrebbe per l’Italia: per molti la portata e gli effetti di questa seconda ondata sarebbero da imputare solo ed esclusivamente alle responsabilità di chi governa. È un approccio singolare, comprensibile nella logica di chi vuole alimentare polemiche politiche. Ad ogni buon conto non mi unisco a chi ogni giorno vende panacee a buon prezzo”.

Conte sugli obiettivi raggiunti dal governo

Nella sua missiva a La Repubblica, il presidente del Consiglio fornisce anche alcuni dati che testimonierebbero la buona volontà dell’esecutivo ad evitare quanto più possibile nuove gravi ripercussioni legate alla diffusione del coronavirus. “Abbiamo il doppio dei posti letto in terapia intensiva rispetto all’inizio dell’emergenza – scrive il Premier – abbiamo immesso nei servizi sanitari 36.000 nuovi medici e infermieri; mentre all’inizio dell’emergenza riuscivamo a fare 25.000 tamponi oggi arriviamo a farne 230.000 e siamo predisposti a farne molti di più; in primavera stentavamo a reperire dispositivi di protezione individuale anche per le categorie professionali più esposte, mentre oggi siamo pienamente autosufficienti e le distribuiamo gratuitamente ogni giorno a studenti, docenti, personale sanitario e forze di sicurezza. Senza gli innumerevoli tavoli di confronto, i 12mila cantieri che hanno consentito di avere 40mila aule in più, le gare per banchi e dispositivi digitali, non avremmo mai visto i nostri ragazzi rientrare in classe”. Conte, nella parte conclusiva della lettera, parla poi del sistema Italia nel suo complesso, sottolineando come questo sia vittima oggi anche della destrutturazione negli anni precedenti di comparti fondamentali quali sanità, scuola e mobilità pubblica.