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Crisi di governo, Palazzo Chigi: "Se Renzi si sfila, impossibile un esecutivo con Iv"

Giuseppe Conte

La replica di Matteo Renzi: "Non cerchiamo poltrone. Irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli".

Il Consiglio dei ministri è fissato alle 21.30 di questa sera, martedì 12 gennaio; questa è l’ora in cui si potrebbe aprire ufficialmente la Crisi di Governo. Il governo dovrebbe dare il via libera al Recovery plan, ma restano ancora numerose le incognite sul futuro dell’esecutivo. Esiste infatti l’alta probabilità che Renzi possa staccare la spina. Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, le due ministre di Italia Viva, da settimane hanno minacciato di rassegnare le dimissioni, ma non si esclude che decidano invece di aspettare e rinviare, almeno temporaneamente, la crisi.

Palazzo Chigi: “No a un governo con Iv”

Un governo con Italia Viva, se Matteo Renzi si sfila dall’esecutivo, sarà impossibile. A farlo trapelare sono fonti di Palazzo Chigi, che attribuisce a Matteo Renzi “la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia. Per il presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv“.

La replica di Renzi

La risposta di Renzi è arrivata tramite la sua enews, in cui esclude di volere poltrone: non c’è “nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama politica. Irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo cattivo debito e non investendo sulla sanità, sull’educazione, sull’innovazione”.

Crisi di governo, ore decisive

Matteo Renzi potrebbe aprire la crisi solo dopo l’approvazione del Recovery non solo in Consiglio dei ministri, ma anche in Parlamento. In questo caso Conte avrebbe ancora speranza di ricucire la ferita all’interno dell’esecutivo almeno fino a fine mese. In questo periodo infatti ci sono molte priorità da approvare. Prima, come già accennato, sarà la volta del Recovery. Poi si dovrà votare lo scostamento di bilancio e bisognerà inoltre prolungare lo stato d’emergenza, che dal 31 gennaio (attuale data di scadenza) potrebbe essere prorogato fino ad aprile per consentire all’esecutivo un maggiore margine di intervento nella gestione della pandemia da Covid-19.

Oggi, dunque, il primo capitolo di quella che ha tutta l’aria di presentarsi come una lunga crisi, iniziata a dicembre e mai formalizzata. Almeno fino ad adesso. Lapidarie in questo senso le parole della Bellanova: “Esperienza Conte conclusa, se continuano così è finita”.