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Crisi di Governo, passa la fiducia per Conte al Senato

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Si sono concluse le votazioni in Senato che ha approvato la fiducia a Conte con 156 voti favorevoli.

Dopo aver incassato la fiducia alla Camera con 321 voti a favore, anche il Senato ha accordato la fiducia al Governo Conte con 156 voti a favore e 140 voti contrari. 16 senatori si sono astenuti dal voto.

Prima di procedere con le votazioni il Premier Conte ha tenuto un discorso in Senato volto a chiedere nuovamente il sostegno al governo. Prima che cominciasse a parlare, l’Aula ha osservato un minuto di silenzio in ricordo di Emanuele Macaluso, storico dirigente del PCI scomparso a 96 anni.

Il Governo Conte bis ha incassato la fiducia di Casini e Monti. No, invece, da parte della Bonino (“Una maggioranza raccogliticcia fondata su voltagabbana che adesso fate assurgere a salvatori della Patria“), Calenda e Paola Binetti dell’Udc. “Che sia venuta è già una risposta. Sono venuta a votare sì” ha dichiarato la senatrice a vita Liliana Segre. Nessuna chiara dichiarazione di intenti da parte di Nencini: “Noi socialisti valuteremo a tempo il suo proposito, ci sta a cuore solo un progetto di rinascita per l’Italia“. Teresa Bellanova ha annunciato l’astensione di Italia Viva.

Concluse le votazioni

Si sono concluse le votazioni. La senatrice a vita Liliana Segre ha espresso il suo sì al Governo Conte. La senatrice Bellanova ha reso noto l’ufficio stampa di Italia Viva voterà no. Matteo Renzi sì è astenuto dal voto così anche l’ex Ministro Bellanova si è astenuta.

Anche il senatore Pisani Giuseppe del Movimento 5 stelle voterà si così come Danilo Toninelli. Anche il segretario del Movimento 5 stelle ha votato sì. Matteo Salvini come annunciato ha votato no. Anche Emma Bonino di +Europa ha espresso il suo no alla fiducia a Conte. Anche Niccolò Chesini di Forza Italia ha votato no.

Pier Ferdinando Casini di Centristi per l’Europa ha votato sì. Monica Cirinnà (PD) ha votato sì. Mario Monti di scelta civica ha votato sì. L’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è assente. Riccardo Nencini del Partito Socialista Italiano è assente alla votazione.

Per quanto riguarda i due ex senatori del Movimento 5 stelle Drago e Giarrusso hanno scelto di votare no alla fiducia al Governo Conte. Nel frattempo Lelio Ciampolillo ex Senatore del Movimento 5 Stelle è stato assente sia alla prima che alla seconda chiamata. L’ex Senatore era tra i cosiddetti indecisi.

Per ciò che riguarda Italia Viva è stato scelto di seguire la strada dell’astensione. Al termine della Prima Chiama i voti favorevoli al Governo Conte sono stati 153. I Senatori Nencini e Ciampolillo sono stati ammessi alla votazione.

Il risultato della votazione è il seguente. 156 voti favorevoli contro 140 voti contrari. 16 senatori si sono astenuti. In seguito alla comunicazione dei risultati si sono verificati degli assembramenti nell’emiciclo.

Bellanova: “Il governo si tiene in piedi con l’emergenza”

Al termine dell’intervento di Conte le forze politiche si sono preparate per le controrepliche. Tra i primi a prendere la parola anche l’ex ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, che nel confermare il voto di astensione di Italia Viva ha posto le seguenti domande al premier: “Si può nel mezzo di una pandemia aprire una crisi di governo? Domanda legittima ma fuorviante. La verrà domanda è però se un governo, davanti a una pandemia che non accenna a retrocedere, fare dell’emergenza la sua unica ragione di esistenza. Non può essere soltanto il dover affrontare l’emergenza a tenere in piedi un governo”.

La replica di Conte

Conclusi gli interventi delle varie forze politiche è arrivato il momento della replica del presidente del Consiglio, che ha iniziato il suo discorso parlando della perenne crisi demografica che attanaglia il Paese: “Un tema che è stato toccato è quello del calo demografico. Stiamo attraversando una curva tra le più severe degli ultimi anni. In Germania iniziarono a lavorarci con interventi organici, dobbiamo farlo anche noi perché se non interveniamo in tempo rischiamo di compromettere il futuro e il benessere dei nostri figli.

A tal proposito il premier ha voluto porre l’accento sul sostegno alle famiglie italiane da parte del governo: “Occorre anche investire sul futuro ma non possiamo farlo creando una crisi di governo. Dal prossimo luglio partirà la riforma dell’assegno unico mensile. Per ciascun figlio a carico fino a 21 anni di età avremo un assegno unico, una misura volta ad alleggerire la pressione economica sulle famiglie numerose e sulle donne. Questo era un progetto che la ministra Bonetti aveva coltivato”.

Gli interventi sulla scuola

Successivamente Conte è passato a commentare gli interventi fatti dal governo a favore delle istituzioni scolastiche: “Abbiamo realizzato 40mila aule in più con i lavori estivi di edilizia scolastica. […] È stato un grande sforzo fatto da tutte le autorità anche locali. Abbiamo mobilitato dieci miliardi in più sulla scuola archiviando la stagione dei tagli che avevano ereditato”.

Sul capitolo insegnanti ha invece aggiunto: “Abbiamo inoltre previsto l’assunzione di 25mila insegnanti di sostegno, bandendo concorsi per quasi 80mila docenti. La scuola richiede uno sforzo continuo e continueremo a impegnarci”.

Le affermazioni sulla decrescita del Paese

Il presidente del Consiglio ha poi voluto rettificare le affermazioni a suo dire errate che descrivevano il calo del Pil in Italia: Non corrisponde al vero che l’Italia ha avuto la caduta più forte del Pil, i dati parlano chiaro e quando li esaminiamo dobbiamo tenere conto che l’Italia è stata svantaggiata rispetto ad altri Paesi. […] Ancora più destituita di fondamento è l’affermazione per cui l’Italia ha erogato meno ristori rispetto agli altri paesi. Nel 2020 abbiamo attuato misure a sostegno di famiglie e lavoratori per il 6,7% del Pil. Si tratta oggettivamente di uno degli intervento più massicci effettuati in Europa ed è grazie a questa rete di protezione che il Pil è calato meno del previsto”.

Il richiamo alla legalità

Dopo aver parlato del problema della giustizia, Conte si è soffermato sulla difesa della legalità e sulla lotta alla criminalità organizzata da parte del governo: “C’è però un virus peggiore del Covid, l virus della mafia. La difesa della legalità costituisce una dimensione ontologica di questo governo. La difesa della legalità non costituiscono una generica attenzione ma un deliberata strategia di azione e sarà sempre così fino a quando questo governo sarà qui”. Poi il ricordo del magistrato Paolo Borsellino, di cui oggi cade l’anniversario della nascita: “Il 19 gennaio è il giorno della nascita di un grande personaggio che non voleva fare l’eroe, Paolo Borsellino, nacque 81 anni fa”.

“I morti fuori dalla contesa politica”

Il presidente del Consiglio ha poi chiesto alle forze politiche di non indugiare continuamente nella conta dei morti per avvalorare le loro posizioni: “Il Covid sta mettendo in ginocchio Paesi anche più strutturati, che hanno investito più di noi nella sanità e dovevano risultare più resilienti. Ma la contabilità dei morti è questione molto delicata. Teniamola fuori dalla contesa politica, perché le polemiche rischiano di essere tristi”.

L’attacco a Italia Viva

Nel parte finale del suo intervento il premier ha sferrato un duro attacco frontale a Italia Viva, accusandola di aver bloccato le trattative sul Recovery Fund: “Sul Recovery occorreva un confronto, un momento collegiale, perché restava il problema di scelte strategiche, tirare fuori la politica, dare una visione. Ma il confronto collegiale si può fare anche con toni tranquilli e leale collaborazione. L’effetto finale è stato bloccare per 40 giorni il Recovery: avremmo potuto incontrarci e in una ventina di giorni dare al Parlamento una versione aggiornata che è stata migliorata anche grazie al vostro contributo, ma grazie a tutte le forze di maggioranza e nessuno può avere la pretesa della verità nelle soluzioni più proficue per il Paese”.

Conte ha poi aggiunto: A un certo punto avete scelto la strada dell’aggressione e degli attacchi mediatici, avete cominciato a parlare fuori e non dentro. La rispettiamo ma possiamo dire che forse non è la scelta migliore negli interessi del Paese?”.

L’intervento di Renzi

“L’Italia è il Paese messo peggio di tutti dal punto della caduta del Pil e le previsioni ottimistiche del Ministero sono smentite dalla Banca d’Italia. Abbiamo un record negativo. Il secondo elemento negativo è la crisi sanitaria. Non può bastare la narrazione del ‘come siamo stati bravi’ e ‘andrà tutto bene’. Abbiamo il record negativo anche nel campo dell’educazione scolastica. Quando nel marzo 2020 ho chiesto di ripartire con la scuola, si è levato un coro unanime: non è il momento. Signor presidente, questi tre macigni non sono entrati nel suo discorso.

Mi sarei aspettato un grande sogno, un orizzonte per il futuro del Paese. Non abbiamo chiesto di essere accontentati con qualche posto. Lei ha avuto paura di salire al Quirinale, ha scelto un arrocco istituzionale che farà bene a lei e il governo ma male al Paese. Non faccia torto alla sua intelligenza.

Sono mesi che le stiamo chiedendo una svolta. Ho chiesto che il mese di agosto fosse dedicato interamente al Recovery Plan, ma non sono stato ascoltato. Sono stato paragonato a Orban. Nel mese delle elezioni regionali Iv ha parlato di cambio di passo. A dicembre le abbiamo mandato una lettera di quattro pagine a cui non ha mai risposto. Sono mesi che vi chiediamo di cambiare. Forse siamo stati fin troppo pazienti, altro che irresponsabili. C’è bisogno di dirsi le cose in faccia.

Ha detto che non è il momento di una crisi, sono d’accordo, lo dicono anche i miei amici al bar. Ma è il momento per guardarci in faccia. Lei che conosce il greco saprà meglio di me che questo è un kairòs, un momento opportuno: ora o mai più, anche perché c’è un nuovo presidente negli Usa, da domani si aprirà una pagina nuova, con un uomo alla guida degli Usa con una grande passione per l’Europa e per l’Italia. Ora o mai più perché la Brexit ora gioca la sua sfida. Quanto sarebbe bello discutere di giovani e di futuro invece che di beghe interne. Ora è il momento di mandare i ragazzi a scuola. Abbiamo proposto di dare le dosi Pfizer agli insegnanti, perché la scuola è il punto da cui riparte il Paese, non i banchi a rotelle. Saremo maledetti dai nostri figli se non facciamo qualcosa adesso.

Mi viene in mente quella pagina dei Malavoglia in cui Zio Crocifisso apprende che nella battaglia qualcuno è morto e lui dice che abbiamo perso io, noi, tutti, l’Italia. È la stessa cosa che sta avvenendo oggi. Io non ho perso niente, ma l’Italia sta perdendo la più grande occasione, più del piano Marshall. Le poltrone passano, le opportunità mai più. Ecco perchè le chiedo, presidente, di fare un passo in più, un passo in avanti.

Non trasformi questa opportunità in una mera distribuzione di incarichi. Le è mancata la gavetta in politica e immagina che la politica sia l’arte del governo, che è difficile, molto, ma in quest’arte del governo non possiamo limitarci ad attribuire poltrone per avere una maggioranza. Quando ci siamo incontrati mi ha chiesto con gentilezza se ero interessato a incarichi internazionali e io con altrettanta gentilezza le ho detto di no, perché in questo momento è in gioco il futuro dell’Italia. Quando due donne abbandonano il governo, tre donne… scusate, due donne con la storia di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, imparate cosa significa rinunciare alla poltrona per un’idea.

Lei, presidente, ha fatto l’opposto: ha cambiato due maggioranze in due anni. Lei ha governato con Salvini. Ora si accinge a costruire la terza maggioranza. Ma ci risparmi la frase ‘l’agenda Biden è la mia agenda’ dopo aver detto ‘l’agenda Trump e la mia agenda’. Non dia questa impressione di provincialismo, lei rappresenta l’Italia.

Ho sentito politici dire che chi ha bassa popolarità non può dire la propria opinione: è la tarsformazione finale della politica in reality show. Ci hanno detto che se ce ne andiamo perderemo tutto. Sì, ma per noi politica non significa rinunciare alle idee per una poltrona. Questo Paese non si merita un mercato indecoroso“.

Teresa Bellanova: “Iv si asterrà”

Non un no ma un’astensione: lo ha annunciato l’ex ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, ospite a Un giorno da pecora. Italia Viva non intende “mettere in discussione il perimetro della maggioranza”, pur non intendendo dare il proprio esplicito appoggio all’esecutivo. Si attende, comunque, un’ulteriore riunione del gruppo dei renziani prima dell’inizio del voto in Senato.

In Senato l’ex ministro ha poi parlato di come il Premier “invece di scegliere la responsabilita’ e andare avanti attraverso un confronto, si e’ impegnato senza sosta in prima persona in una ricerca tartufesca dei responsabili”. Ha poi aggiunto come in questo Paese “non serve un Highlander, ma una visione”, ha scandito che “la mediazione e’ lavoro lungo e complicato e lei non e’ stato adeguato” facendo infine leva su come Italia Viva abbia solo fatto delle proposte senza chiedere nulla.

L’intervento di Nencini

Non ho condiviso l’azzardo degli ultimi giorni che ha portato alla crisi di governo. Gli italiani desiderano che la pandemia venga affrontata con decisione e le scuole riaprano, dunque un’Italia più giusta e libera dove la politica prevalga sulle multinazionali e sull’alta finanza. Pretendono poi che ci si occupi prima di loro nella certezza che la presidenza del Consiglio dei Ministri sia stabile. É evidente che oggi non servono 161 voti per la fiducia. Dal 1944 ci sono stati una decina di governi che in origine non hanno goduto della maggioranza assoluta, tutti, con l’eccezioni dell’Andreotti ter, o dalla sorte segnata o ponte verso soluzioni che si andavano delineando. Sarebbe un errore affrontare le sfide senza un progetto di lungo respiro.

Io ho avuto una posizione precisa: ripartire dalla coalizione esistente allargata alle forze europeiste. In una fase del genere l’inclusione deve essere la bussola e lo spirito repubblicano deve prevalere su ogni partigianeria. Condivido l’opposizione ad ogni forma di nazionalismo. Conte ha rivolto un appello alle forze popolari, liberali e socialiste: non so se il PD condivida o meno il suo proposito. So invece che i socialisti valuteranno a tempo il proposito del Premier tenendo conto che in questi mesi abbiamo sostenuto il suo governo da apolidi (non ne facciamo parte, non abbiamo ricevuto inviti, non abbiamo rivendicato nulla). Ci sta a cuore solo un progetto di rinascita dell’Italia e conoscerne i contenuti. Propongo a Conte di convocare le forze europeiste che accoglieranno l’appello a sostenere l’esecutivo: è la strada maestra da seguire alla luce del sole”.

Salvini: “Ve ne siete accorti?”

In attesa dell’intervento della Lega a Palazzo Madama, Matteo Salvini ha commentato su Twitter il discorso di Conte contestando la rivendicazione del premier di aver “lavorato bene e fatto tanto per tutti, Partite Iva e famiglie, studenti e lavoratori, medici e commercianti, donne, giovani e pensionati”. “Davvero? Voi ve ne siete accorti??” chiede il leader della Lega.

Il discorso di Conte in Senato

Quando diedi vita al governo ero consapevole che un’alleanza tra formazioni politiche provenienti da storie e culture differenti che in passato si erano contrapposte poteva nascere solo sulla base di due discriminanti: l’ancoraggio ai valori costituzionali e la vocazione europeista in modo da consentire all’Italia di tornare protagonista nello scenario dell’Unione e recuperare il ruolo di leadership. Mi sono subito adoperato insieme alle delegazioni delle forze di maggioranza per delineare un disegno riformatore ampio e coraggioso. Affermai che quel progetto politico avrebbe segnato l’inizio di una nuova e risolutiva stagione riformatrice ai fini di una società più equa e inclusiva. In quei punti programmatici c’era visione e una forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia“.

“Mi sono impegnato con tutte le forze”

“All’inizio del 2020 le condizioni di attuazione di quel progetto si sono dovute misurare con la pandemia che ha sconvolto la dinamica delle nostre relazioni. Stiamo affrontando una sfida di portata epocale. Alcune nostre certezze sono state poste in discussione e la politica è stata costretta a misurarsi quotidianamente come mai in passato con la scienza e la tecnica nella difficoltà di offrire risposte efficaci e rapide. Anche le nostre condizioni giuridiche sono state severamente derogate. In virtù dello stato di emergenza siamo stati costretti a introdurre misure restrittive dei diritti della persona operando delicati bilanciamenti dei principi e dei diritti costituzionali.

La maggioranza ha dimostrato grande responsabilità raggiungendo la convergenza sull’azione. Abbiamo coltivato un dialogo con tutti i livelli istituzionali nella consapevolezza che solo con una leale collaborazione sarebbe stato possibile agire efficacemente. Se oggi parlo in quest’aula a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma per la consapevolezza di chi ha impegnato tutte le sue forze fisiche e intellettive per offrire protezione alla comunità nazionale.

Alcuni hanno opinato che la pandemia abbia schiacciato la politica. Ma in realtà mai come ora la politica è stata chiamata ad operare scelte per il bene comune, alcune delle quali di portata tragica. É stata politica la scelta di tutelare la salute, nella consapevolezza che solo così si potesse preservare anche il tessuto produttivo del paese. Tutta politica è stata la scelta di destinare ingenti risorse, più di 100 miliardi in termini di indebitamento netto, a sostegno di lavoratori, famiglie e imprese con ristori in qualche misure correlati alle perdite subite. Non intendo certo dire che sono sufficienti a compensarle. Politica è stata anche la determinazione con cui il governo ha chiesto all’UE di rispondere alla crisi in modo diverso dal passato e farsi promotrice di politiche espansive.

Da subito abbiamo raccolto la sfida di trasformare le difficoltà in opportunità ponendo le basi per un rilancio della crescita su più settori, dalla sanità, alla scuola, all’università, agli investimenti privati. Anche in vista delle grande sfida rappresentata dal Recovery Plan abbiamo preparato il terreno e definito un percorso accelerato per realizzare varie opere pubbliche. Non avremmo potuto fare tutto questo se non ci fosse stata responsabilità e collaborazione in ciascuna forza politica.

La pandemia ha rafforzato la nostra alleanza e rafforzato le ragioni del nostro stare insieme. Fondamentale è stato anche il contributo delle opposizioni che, pur nelle differenti posizioni, hanno contribuito ad affrontare alcuni passaggi critici come il voto sullo scostamento di bilancio e l’avanzamento di proposte concrete e qualificanti. Proprio nei momenti più critici nella storia di un paese dobbiamo ritrovare le ragioni nobili e alte della politica che ispirano le scelte più autentiche. Non possiamo offrire risposte mediocri come se nulla fosse accaduto.

“Da Italia Viva attacchi scomposti”

Al culmine di attacchi mediatici aspri e a volte anche scomposti, alcuni esponenti di Italia Viva hanno voluto smarcarsi da questo percorso comune. Si è aperta così una crisi che avviene in una fase cruciale del nostro paese quando ancora la pandemia è in pieno corso e tante famiglie stanno soffrendo per la perdita dei propri cari. Confesso di avvertire un certo disagio e sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno ma per provare a spiegare una crisi di cui io stesso non avviso alcun plausibile fondamento. É complicato governare con chi dissemina mine sul terreno comune e mina a distruggere l’equilibrio raggiunto tra le forze di maggioranze. Ha provocato profondo sgomento nel paese e rischia di produrre danni notevoli, e non solo perché ha già fatto salire lo spread, ma anche perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere.

“Ora si volta pagina”

A questo punto non si può cancellare quel che è accaduto e pensare di recuperare quel clima di fiducia fondamentale per governare un paese. Ora si volta pagina. Il paese merita un governo coeso per favorire una pronta ripartenza e un’incisiva ripresa della nostra economia. I compiti sono molteplici e tutti urgenti. Dobbiamo lavorare per mettere in sicurezza il paese e riportarlo fuori dalla pandemia e completare il Recovery Plan confrontandoci con le associazioni che rappresentano le categorie produttive. Dobbiamo poi varare il nuovo decreto Ristori dopo che il Parlamento si sarà pronunciato sul nuovo scostamento di bilancio di 32 miliardi.

L’Italia ha inoltre bisogno di riforme che prevedono il rinnovato impegno da qui alla fine naturale della legislatura in vari ambiti di intervento. Sul lavoro per esempio occorre introdurre una riforma che razionalizzi il sistema degli ammortizzatori sociali. Sulla salute va rafforzata la medicina territoriale e bisogna continuare a investire in ricerca. Dobbiamo poi lavorare per politiche di genere promuovendo l’occupazione femminile e rafforzando il sostegno alle donne vittime di violenza. Quanto alla riforma fiscale, serve razionalizzare il quadro normativo esistente per ricostruire la fiducia dei cittadini e delle imprese. Altro pilastro dell’azione del governo sarà la digitalizzazione del paese sia per quanto riguardo il sistema produttivo che la Pubblica Amministrazione. Necessario anche il rilancio della cultura e del turismo, tra i settori più colpiti della pandemia. Già ieri abbiamo applaudito la nomina di Procida a capitale della cultura del 2022.

Su tutti questi temi è possibile ritrovare tra le forze parlamentari una convergenza di proposte concrete su cui orientare l’azione futura di governo. Inoltre, in materia di legge elettorale, il governo si impegnerà a promuovere una riforma elettorale di impianto proporzionale quanto più possibile condivisa. Su questo punto leggo interpretazioni maliziose. Negli anni passati abbiamo vissuto una frantumazione della rappresentanza e sono emersi nuovi processi. Se vogliamo ricomporre il quadro non è possibile farlo con una legge che costringa in uno stesso involucro sensibilità diverse. Questo artificio condurrebbe alla precarietà e all’instabilità politica.

“Serve governo coeso con ampio consenso”

Il calendario fitto di impegni impone uno sforzo collettivo per essere all’altezza di tutte le sfide a livello internazionale. Il paese ha quindi bisogno del più ampio consenso in Parlamento. Servono un esecutivo e forze parlamentari volenterosi consapevoli delle delicatezze dei compiti. Servono persone disponibili a mantenere elevata la dignità della politica, la più nobile delle arti e dei saperi se declinata nel giusto spirito che mira sempre al benessere dei cittadini. Questo governo intende perseguire un progetto politico ben preciso che mira a modernizzare il paese compiendo la transizione energetica e digitale e potenziando l’inclusione sociale. Questo è il momento giusto per contribuire a questa prospettiva.

Questa alleanza dovrà esprimere una imprescindibile vocazione europeista contro le derive nazionaliste e le logiche sovraniste. Alleanza che può già contare su una solida base di dialogo (Partito Democratico, Liberi e Uguali e Movimento Cinque Stelle) che sta dimostrando la saldezza del suo ancoraggio in occasione della temperie generata da questa crisi. Sarebbe un arricchimento poter acquisire anche il contributo politico di formazione che si collocano nel solco delle migliori tradizioni europeiste, liberali, popolari e socialiste. Chiedo un appoggio limpido che si basi sulla forza della proposta. I numeri sono importanti e oggi ancora di più, ma più importante è la qualità del progetto politico e noi chiediamo a chi ha a cuore il destino dell’Italia di aiutarci a ripartire e rimarginare la ferita prodotta dalla crisi in atto.

Alle forze di maggioranza voglio preannunciare che nei prossimi giorni vi chiederò di continuare il confronto per un patto di fine legislatura e al rinforzo della squadra di governo. Per parte mia annuncio che non intendo mantenere la delega all’Agricoltura e mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata dell’intelligence che possa seguire. Assicuro la massima disponibilità a guidare questa fase così decisiva per il rinnovamento del paese. Come detto da Mattarella nel messaggio di fine anno, la fiducia si costruisce tenendo connesse le istituzioni con le sensibilità delle persone. Se il Parlamento vorrà accordare la fiducia al governo garantisco che continueremo ad impegnare tutte le nostre energie fisiche e intellettive per assolvere il nostro compito e aggiungeremo anche il nostro cuore. Io sono disposto a fare la mia parte. Viva l’Italia”.

In quanti voteranno la fiducia?

Si tratta della prova definitiva dopo la crisi aperta nei giorni precedenti con le dimissioni delle due ministre di Italia Viva. Se a Montecitorio, come previsto, l’esecutivo è riuscito a ottenere la fiducia con la maggioranza assoluta, a Palazzo Madama la strada sembra tutta in salita. Nonostante l’appello del Premier ai responsabili e ai costruttori, la soglia dei 161 voti pare ancora lungi dall’essere raggiunta.

Secondo gli ultimi calcoli il sostegno al governo oscillerebbe tra 154 e 156 voti. “Vediamo che succede non solo domani ma anche mercoledì, la strada è lunga“, hanno confidato coloro che si trovano da giorni impegnati in prima linea nelle trattative per mettere in sicurezza l’esecutivo di Conte. Secondo Romano Prodi, intervistato da Avvenire, i numeri “saranno risicati ma ci saranno. Poi potranno anche crescere. Non cresceranno però mediando, ma solo correndo in avanti”.

Proprio su questo proposito il senatore Gaetano Quagliarello del Partito Idea-Cambiamo ha dichiarato al Corriere della Sera: “Ho condiviso con Conte la mia previsione sul voto che è di 154 sì e la mia previsione coincideva sostanzialmente con la sua”

I predetti numeri potrebbero comunque bastare per permettere a Conte di ottenere la fiducia, per incassare la quale non è necessaria la maggioranza assoluta dei seggi bensì quella tra i presenti. Contando quindi gli assenti, non dovrebbe essere necessario raggiungere quota 161 ma una soglia più bassa. Si tratterebbe del tredicesimo governo nella storia della Repubblica senza maggioranza assoluta, a partire da quello di Alcide De Gasperi del 1947.

De Petris: “Da Leu convinto sì”

Nel frattempo la senatrice di Liberi e Uguali Loredana De Petris intervenuta al Senato ha dichiarato come il Paese non meritava questa crisi. “Stiamo vivendo una situazione difficilissima e drammatica e ora la crisi va chiusa rapidamente”

Marcucci: “PD rinnova fiducia”

Il capogruppo del Partito Democratico Andrea Marcucci ha reso noto che il Partito rinnoverà la propria fiducia specificando che sarà fatto per quello che “dovremo fare insieme nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, per dare un governo credibile, autorevole che dialoga e si confronta con le forze di maggioranza”.

Salvini: “Mi scuso per la perdita della poltrona”

Intervenuto al Senato, il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato come si “scusa per chi perderà la poltrona” aggiungendo però che “per gli italiani normali è perdere il posto di lavoro. Mi scuso per qualche collega senatore che mi ha fatto vergognare di essere senatore”.

Sulla crescita del Paese il leader del Carroccio ha speso parole dure dichiarando: “I dati purtroppo dicono che siamo i primi per morti e ultimi per crescita” aggiungendo che sui fondi europei “non sono cose vostre ma cose di tutti, sono soldi degli italiani. Mettere in discussione il governo non è un diritto, è un dovere dei cittadini italiani”. Ha poi aggiunto per ciò che riguarda la tutela dei diritti umani che non sarebbero state prese “lezioni di tutela dei diritti umani da chi mette sullo stesso piano gli Usa e la Cina”.

A conclusione del suo intervento il Leader della Lega ha fatto sapere che non darà la fiducia al Governo Conte quanto piuttosto ai cittadini italiani. “Ricordo ai senatori a vita che si apprestano a votare la fiducia, cosa diceva il leader dei 5 Stelle di loro, ‘non muoiono mai o muoiono troppo tardì”, ha detto poi il leader della Lega attaccando i senatori a vita. Salvini ha poi ricordato: “Noi per i no dei Cinque Stelle, lo ricordo al collega Renzi, non abbiamo mollato due poltrone ma ne abbiamo mollate sette, e senza rimpianti”. Sul finire del discorso Salvini ha avuto una disputa con la Presidente del Senato Casellati alla quale Salvini ha risposto replicando: “Sono d’accordo con lei, presidente che le parole dette sono disgustose e quindi il senatore M5 che interverrà dopo di me chiederà scusa”.

Licheri: “Roma fuori da Paese Reale”

Il Senatore di Movimento 5 Stelle Ettore Licheri intervenuto in Senato dopo il Ministro Salvini ha replicato a Salvini dichiarando: “Fino a qualche mese fa Salvini pensava che il covid fosse poco più che una influenza o il pretesto per applicare qualche Dpcm: non c’è da stupirsi per quello che dice”. Sul Governo ha parlato di come si sia persa la realtà: “Se c’è una classe politica che dichiara di volere votare tutta lo scostamento di bilancio o il decreti ristori siamo tutti d’accordo sul fatto che si debba intervenire la gente si chiede perché siamo arrivati a questa situazione”.

Caos su Ciampolillo

Ha creato non poca confusione il caso Ciampolillo che è stato ammesso a votare dopo essere arrivato in ritardo sulla seconda chiamata. L’ex senatore del Movimento 5 stelle ora facente parte del gruppo Misto ha votato insieme al senatore Nencini. “E’ stato effettuato un accertamento sulla chiusura della votazione. Risulta che Ciampolillo sia arrivato alle 22.14. Io ho dichiarato la chiusura alle 22.15. Siccome ha alzato la mano e non ho potuto vederlo, riammetto alla votazione Ciampolillo, che era arrivato subito dopo”, ha spiegato il Presidente del Senato Casellati.

Segre su Salvini: “Sono scaramantica”

La senatrice a vita Liliana Segre citata dal Corriere della Sera ha replicato a Salvini uscendo dal Senato: “Sono molto scaramantica uno che dice così è una bellezza, da questo punto di vista, ho 90 anni e va bene. Su Salvini ha aggiunto: “Salvini è venuto e mi ha spiegato che non erano parole sue”.

Meloni: “In passato costretti a dimissioni”

La Leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha dichiarato come ora rimarrà importante sapere quali saranno le decisioni del Capo dello Stato Sergio Mattarella. “Le chiacchiere stanno a zero e i numeri parlano chiaro: il governo ha chiesto al Senato la fiducia e non ha ottenuto, nonostante il voto favorevole dei senatori a vita, ne’ la maggioranza assoluta, ne’ la maggioranza dei presenti. Altri governi in condizioni simili sono stati costretti alle dimissioni. Attendiamo di sapere dal Presidente della Repubblica se ritenga che in queste condizioni Conte possa andare avanti”.

Conte: “Obiettivo maggioranza solida”

Su Twitter il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha commentato la fiducia al Senato evidenziando come sia importante “rendere ancora più solida questa maggioranza. L’Italia non ha un minuto da perdere. Subito al lavoro per superare l’emergenza sanitaria e la crisi economica. Priorità a piano vaccini, Recovery Plan e dl ristori”, ha twittato il Premier.

Luigi Di Maio: “Importante restare uniti”

Con un post su Facebook il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha commentato l’approvazione della Fiducia del Governo Conte al senato:

Nei momenti più difficili, nei momenti in cui le persone temono per il proprio futuro, c’è bisogno solo di una cosa: restare uniti. E la fiducia che il Governo ha ricevuto anche in Senato – voto che arriva in un momento molto difficile per il nostro Paese – unisce persone che si prendono una responsabilità. Persone che hanno compreso l’importanza di sostenere l’Italia in un momento come questo e che hanno un solo e unico obiettivo: lavorare per la ricostruzione.
Abbiamo superato un ulteriore grande ostacolo proprio quando invece c’era bisogno solo di collaborazione.
Dopo il voto odierno andremo avanti con ancora più determinazione e ancora più forza, perché questo significa servire il Paese. Domani ci sarà lo scostamento di bilancio di 32 miliardi per aiutare con nuovi ristori le attività più colpite da questa emergenza. Chi intende la politica in modo serio, è chiamato dalla storia a dare il suo contributo. Noi ci siamo”.

Salvini: “Triste pagina di Storia”

A commentare duramente l’approvazione della fiducia al Senato è il Leader della Lega Matteo Salvini che su Twitter ha scritto:

“Che triste pagina di storia. Per arrivare a 161 prometteranno altre 5 poltrone? Per me la lealtà e la coerenza valgono più di qualunque incarico. Questo è un governo che non ha i numeri in Senato e dovrebbe portare l’Italia fuori dalla crisi?”

Renzi: “Hanno numeri deludenti”

Il Leader di Italia Viva Matteo Renzi, ospite di Porta a Porta ha parlato di come i numeri attualmente a disposizione della maggioranza siano deludenti: “C’è stato un calcio mercato lunghissimo e alla fine numeri decisamente deludenti. Un Paese in crisi non si governa con questi numeri. Noi siamo assolutamente disposti a discutere di tutto, tranne con la la destra. Anche di un governo di unità nazionale…ci sono tante possibilità ma Conte pensa più alla poltrona che al Paese”.