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Impianti sciistici chiusi: decisione condivisa dal governo e da Draghi

Draghi reazioni partiti

A prendere la decisione di far rimanere chiusi gli impianti sciistici per altre tre settimane non è stato solo Speranza ma tutto il governo Draghi.

La decisione di tenere ancora chiusi gli impianti sciistici fino al 5 marzo – nonostante l’annunciata apertura pochi giorni prima – non è stata presa in autonomia dal ministro della Salute Speranza ma è stata condivisa dal governo e dal neo Presidente del Consiglio Mario Draghi. Lo hanno specificato fonti di Palazzo Chigi ribadendo come il rinvio dell’apertura sia stata la posizione ufficiale di tutto l’esecutivo.

Impianti sciistici: decisione di tutto il governo

É stato dunque l’intero governo a prendere la decisione, poi resa ufficiale con un’ordinanza di Speranza, su consiglio del Comitato tecnico-scientifico. Gli esperti hanno infatti convinto la politica che, a causa della circolazione della variante inglese e del rischio di maggiore trasmissibilità dell’infezione, sarebbe stato meglio rimandare l’apertura degli impianti da sci a tempi migliori. Il governo tutto ha quindi accolto il suggerimento e acconsentito al rinvio.

Nonostante Palazzo Chigi abbia parlato di una soluzione condivisa da tutti i ministri (compreso il primo) e non solo dal responsabile della sanità, all’interno della maggioranza si sono comunque creati dissidi. In particolare i due ministri della Lega Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia hanno invocato ristori e indennizzi agli operatori per il danno subito e i capigruppo di Camera e Senato Molinari e Romeo si sono scagliati contro il “metodo Conte, con annuncio la domenica e chiusura il lunedì“.

Oggetto della contestazione sono state soprattutto la modalità e le tempistiche. Fino a sabato sera sembrava infatti ufficiale la riapertura degli impianti a partire da lunedì 15 febbraio fino a quando domenica, a meno di 24 ore, è arrivato il blocco.