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Pomodoro importato dalla Cina (coltivato da uiguri oppressi): l'inchiesta sui big del made in Italy

Pomodoro cinese

Un'inchiesta svela cosa c'è dietro al mondo dell'importazione del pomodoro dalla Cina, l'Italia è il primo Paese interessato: bufera sul made in Italy

Un’inchiesta ha svelato che centinaia di tonnellate di concentrato di pomodoro cinese arriva ogni mese in Italia, molti dalla regione dello Xinjiang, dove gli uiguri vengono sfruttati.

Importazione del concentrato di pomodoro dalla Cina: l’inchiesta

L’inchiesta è stata portata avanti da Investigative reporting project Italy e Cbc Canada e svela diversi retroscena sul mondo dell’importazione del pomodoro. “Almeno in parte, le importazioni sono collegate a un sistema di capillare repressione che il governo di Pechino applica nei confronti della minoranza etnica degli uiguri. Adrian Zenz, antropologo tedesco studioso in particolare dell’etnia uigura, dice a IrpiMedia che: “L’enorme portata del sistema di repressione operato dal governo cinese nello Xinjiang rende endemico il rischio della presenza di coercizione nella filiera di industrie come quella del pomodoro. Con il loro comportamento le aziende si rendono complici della campagna di repressione di Pechino nei confronti degli uiguri“.

Importazione del concentrato di pomodoro dalla Cina: le aziende italiane coivolte

Alcune aziende italiane sono quindi coivolte in prima persona in questa scabrosa vicenda. In particolare Petti, il maggior importatore di pomodoro cinese da quell’area specifica. “Re assoluto della rotta sino-campana è il gruppo Petti, storico nome dell’industria delle conserve. Nei primi sei mesi del 2021 ha importato circa il 57% di tutto il concentrato di pomodoro cinese sbarcato in Italia”. Tra gli altri importanti clienti ci sono giganti come Tesco e Asda nel Regno Unito e Whole Foods in Nord America.

Importazione del concentrato di pomodoro dalla Cina: l’Italia è il primo importatore

L’Italia ha continuato a importare concentrato cinese, essendo addirittura il primo mercato al mondo: più di 97 mila tonnellate solo nel 2020, circa l’11% delle esportazioni totali di Pechino. “Gli sbarchi di concentrato cinese in Italia sono più che raddoppiati nel 2021, con navi che approdano nei porti di Salerno e Napoli quasi tutti i giorni. Da sempre gli operatori del settore giurano che la materia prima non viene utilizzata in prodotti destinati al mercato italiano, ma in tubetti di concentrato e altri derivati venduti all’estero. Di preciso, però, non si sa”.