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Il prezzo di benzina e carburanti resta alto: ecco perché non si abbassa

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Il taglio delle accise è rimandato, e per ora non se ne parla

I prezzi medi dei carburanti restano stabili, ma alti. Gli strascichi di Ferragosto si fanno ancora sentire. Ma la febbre da caroprezzi non si abbasserà, almeno non per ora. Lo Stato, stando alle scelte politiche del governo, ha ancora bisogno di fare cassa per sostenere le famiglie in difficoltà.

Quanto costa la benzina oggi

Gli ultimi dati nelle rilevazioni del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mise) confermano che i prezzi dei carburanti si sono attestati attorno ai 2 euro.

L’aggiornamento quotidiano e mattutino del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) al 19 agosto aggiudica la maglia nera alla Provincia di Bolzano, dove il prezzo medio della verde al self si stabilizza a 1,982. Seguono Basilicata e Puglia, rispettivamente a 1,970 e 1,969.

A Bolzano costa di più anche il self service del diesel (1,888 euro il prezzo medio). Segue la Calabria (1,872).

Capitolo a parte meritano le Autostrade. È qui che i livelli medi della curva si alzano, superando anche le 2 euro. Il 19 agosto 2023 il prezzo medio della benzina al self su tutte le autostrade italiane è di 2,019 euro, mentre il gasolio è a 1,930 (a Ferragosto era a 1,928).

Stabili anche il GPL (0.842) e il metano serviti (1.528 euro).

Perché la benzina è ancora alta

Alcune critiche sono state mosse contro il presunto immobilismo di Mister Prezzi, la figura del Garante per la sorveglianza dei prezzi istituita per la prima volta dalla Legge finanziaria del 2008. Nel 2021 l’incarico è stato affidato a Benedetto Mineo, ma i pochi poteri ricevuti non gli consentirebbero di agire contro rincari e possibili speculazioni nel complesso mercato dei prezzi.

Inoltre, l’atteso taglio delle accise sembra ormai una partita rimandata dal governo Meloni, anche se di fatto l’intervento è previsto ed è stato adottato con l’approvazione del decreto Trasparenza carburanti del gennaio 2023.

Nel frattempo le casse dello Stato continuano a gonfiarsi grazie agli extragettiti dovuti alle vendite dei carburanti; circa 20 miliardi di incassi che saranno utilizzati come coperture per la prossima legge di Bilancio.

Anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso (smentito dalla Commissione europea) esclude un ripristino dello sconto introdotto dal governo Draghi nel 2022. Accise e incassi dai carburanti serviranno “per il taglio del cuneo fiscale, i salari più bassi e le famiglie numerose”, ha precisato Urso.

Dunque, i prezzi della benzina resteranno alti, soprattutto per via delle accise. Si continua a tirare la coperta. Da un lato i prezzi dei carburanti alle stelle, dall’altro le risorse in bilancio per sostenere gli italiani in difficoltà. Una coperta sempre più corta e che rischia di strapparsi.