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Puglia: consigli per visitare la Murgia e la Valle d'Itria

I trulli

La Valle d’Itria e la Murgia dei Trulli sono zone della Puglia Centrale: conosciamone le caratteristiche geografiche, i luoghi e la storia, soprattutto dei trulli di Alberobello.

Il luogo

Veduta del comune

La Puglia è sempre una frequentatissima meta di vacanze per italiani e non. Nella zona centrale della regione, tra Bari e le province di Brindisi e Taranto, vale decisamente la pena di visitare la meravigliosa Valle d’Itria, nella cosiddetta Murgia dei Trulli, caratterizzata appunto dalla numerosa presenza dei famosi trulli, nonchè di distese di uliveti, ma anche di dune fossili e naturalmente di spiagge. Nella zona si trovano suggestivi borghi come Alberobello, Locorotondo – classificato come uno dei borghi più belli d’Italia –, Martina Franca, Cisternino e il borgo di Ostuni.

Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO

In questa zona vi sono antiche corti, piazze dalle casette bianche, botteghe artigiane e caratteristici ristorantini specializzati nella preparazione di arrosti e di verdure di stagione.

Nella Piana di Fasano, che prende il nome dal comune in provincia di Brindisi, ci si può rilassare in un resort ricavato da un’antica masseria e godere della vista di dimore storiche con i loro profumati giardini e le loro terrazze, che offrono un panorama davvero incantevole. Poco lontano si trova il Parco Archeologico di Egnazia, che percorre una lunga storia fino dall’Età del Bronzo all’epoca del potere temporale dei vescovi, mentre a Torre Guaceto vi è un’incontaminata area marina protetta.

I trulli

Esterno di un trullo

Abbiamo accennato alla tipica costruzione dei trulli – quelli particolarmente famosi di Alberobello, ben 1.500, sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO il 6 dicembre del 1996 e sono stati immortalati anche al cinema, per esempio nella commedia “Che bella giornata” (2011) del noto attore e regista barese Checco Zalone –.

Persona in bicicletta

Chiamati in dialetto locale casedde o casìdde – piccole case –, i trulli sono edifici conici costruiti in pietra a secco, che in genere servivano come case di campagna temporanee o permanenti per gli agricoltori che coltivavano quelle terre. Riprendono una costruzione preistorica e protostorica micenea detta thòlos, praticamente una tomba, che si trova in varie zone d’Italia e sul Mediterraneo. Nelle zone dei trulli vi sono stati ritrovamenti preistorici, risalenti all’Età del Bronzo, ma i trulli più antichi risalgono solo alla fine del XVII. Il termine risale invece al 1930, al periodo fascista. In Puglia ci sono altre costruzioni simili, ma non “trulli” propriamente detti.

La costruzione di questi ultimi è interessante anche perché vi si trovano elementi esoterici o scaramantici. Le prime teorie sulla loro edificazione risalgono alla seconda metà dell’Ottocento e parlano della diffusione dei trulli con il frazionamento feudale dei territori: contadini e pastori raccolsero proprio lì le pietre per costruirli. Erano facili da demolire in caso passasse per un’ispezione il vicerè spagnolo del Regno di Napoli, che fino al 1700 prevedeva la richiesta di autorizzazioni e l’imposizione di tasse sui nuovi insediamenti come appunto questi.

In particolare Alberobello venne urbanizzata dal Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona detto il Guercio di Puglia (1600-1665), che fino alla sua incarcerazione a Madrid nel 1648, decisa da Filippo IV di Spagna, aveva mantenuto potere di vita o di morte sugli abitanti. Il feudalesimo terminò nella zona nel 1797, grazie a re Ferdinando IV di Napoli, ma i magnifici trulli di Alberobello rimasero.