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Recovery Plan, confronto telefonico tra Draghi e Von der Leyen: l’Italia garantisce il proprio impegno

Recovery Plan

Nelle ultime ore, è in atto un confronto tra il premier Mario Draghi e il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyan sul Recovery Plan.

In Italia, la stesura del Recovery Plan e la scelta dei progetti nazionali da inserire all’interno del programma da presentare all’Union Europea si stanno articolando su due differenti piani. A livello nazionale, infatti, il premier Mario Draghi sta interagendo e valutando le richieste e le offerte dei partiti di maggioranza mentre, a livello europeo, si relaziona assiduamente con la Commissione di Bruxelles. A questo proposito, tra la giornata di venerdì 23 e di sabato 24 aprile, il presidente del Consiglio si è spesso confrontato telefonicamente con la presidente della Commissione, Ursula von de Leyen, e con il suo vicepresidente, Valdis Dombrovskis, proprio sulle scelte italiane attuate in materia di Recovery Plan.

Recovery Plan, confronto tra Draghi e Von del Leyen

Nel corso delle ultime ore, è in atto una sorta di negoziato tecnico-politico tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e la Commissione europea. Le continue comunicazioni telefoniche hanno provocato lo slittamento della riunione del Consiglio dei ministri, inizialmente prevista per le ore 10:00 di sabato 24, e si sono tenute principalmente per rassicurare l’Europa circa la coerenza del Recovery Plan italiano con le linee guida indicate dalla Commissione europea a tutti i Paesi che fanno parte dell’UE. Il premier Draghi, poi, ha anche sottolineato la centralità delle riforme presenti nel documento italiano, concepite al fine di raggiungere e rispettare gli obiettivi annunciati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) di oltre 300 pagine.

In particolare, il documento si concentra su quattro riforme strutturali fondamentali relative all’ambito della giustizia, della pubblica amministrazione, della semplificazione normativa e della concorrenza. A queste, poi, si affianca anche la riforma del fisco, destinata a diminuire il carico sul lavoro e sulla produzione e modificare l’Irpef, privilegiando il principio della progressività.

L’attuale Recovery Plan italiano è stato redatto nel corso di due mesi in quanto, nel piano stilato dal Governo Conte bis, gli aspetti appena citati erano stati pressappoco abbozzati.

Le principali riforme italiani e lo scetticismo dell’UE

Nel contesto della riscrittura e dell’approfondimento del programma, si inseriscono le richieste della Commissione europea volte a chiarire tempistiche e modalità di realizzazione delle misure annunciate. Per questo motivo, quindi, il confronto tra Palazzo Chigi e Bruxelles si fa sempre più intenso e pressante, nelle ultime ore.

La Commissione, infatti, ha manifestato un profondo scetticismo rispetto ad alcune proposte italiane che sembrerebbero inficiare la costruzione di un modello di sviluppo sostenibile, progetto fortemente caldeggiato dall’Europa.

A questo proposito, l’UE invita i Paesi europei a restare fedeli al principio del “do no significant harm” ossia del “non arrecare danno significativo” in contesto ambientale. Le richieste italiane, però, sembrano porsi come una sorta di violazione di un simile principio. Pertanto, la Commissione ha proposto all’Italia di investire su un sistema ferroviario di ultima generazione piuttosto che persistere nei progetti sinora presentati.

Le richieste dei partiti di maggioranza

In materia di Recovery Plann, tuttavia, alle esigenze espresse dall’Unione Europea si affiancano le pressioni che il premier Draghi riceve quotidianamente da parte dei partiti della maggioranza.

Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, vorrebbe che il superbonus venisse prorogato fino al 2023: l’approvazione della richiesta, volta a proteggere il settore dell’edilizia, condiziona in modo imprescindibile il voto favorevole dei membri del partito nei confronti del Pnrr.

Il Partito Democratico, invece, chiede che vengano inseriti più misure rivolte a tutelare le donne e i giovani.

Questi temi, seppur oggetto di discussione e accordo politico, non sono ancora stati trasformati proposte tecniche da inseriti in forma definitiva nel Recovery Plan.

I fondi stanziati dall’Unione Europea

L’Italia è certamente uno dei Paesi europei maggiormente gravati dalla pandemia causata dal coronavirus, sia in ambito economico che in ambito sociale o sanitario. A questo proposito, l’UE ha destinato alla Nazione 191,5 miliardi di eurodei quali 122,5 miliardi sono stati stanziati in forma di prestito mentre i 69 miliardi restanti sono a fondo perduto. A essi, poi, si aggiungono anche 30 miliardi di euro versati all’Italia dal fondo complementare nazionale.

Inoltre, il Pnrr dovrà essere presentato entro e non oltre il prossimo venerdì 30 aprile, per iniziare a ottenere la prima parte delle risorse europee stanziante, corrispondenti a circa il 13% dell’importo totale.