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Reddito di Cittadinanza, parcheggiatore abusivo rifiuta lavoro con stipendio da 1.500 euro al mese

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Ecco perché il parcheggiatore abusivo ha rifiutato un lavoro per mantenere il Reddito di Cittadinanza. La denuncia di Borrelli.

Un parcheggiatore abusivo rifiuta un lavoro con retribuzione mensile di 1.500 euro per mantenere il reddito di cittadinanza. Un video diffuso su TikTok è stato condiviso dal deputato campano Francesco Emilio Borrelli.

Reddito di Cittadinanza, parcheggiatore abusivo rifiuta lavoro con stipendio da 1.500 euro al mese

Borrelli, onorevole ed ex consigliere regionale campano, ha da sempre documentato situazione al limite della legalità e contro la pubblica morale a Napoli e in provincia. Stavolta, nel mirino del deputato, ci è finito un parcheggiatore abusivo che è stato filmato mentre rifiutava un lavoro di 1.500 euro al mese offerto da due impreditori. Il motivo del rifiuto? La proposta non era conveniente dato che tra reddito di cittadinanza e lavoro a nero si guadagna di più.

Le parole del deputato Francesco Emilio Borrelli

Molto probabilmente il video non è reale e le persone filmate hanno semplicemente riprodotto una situazione verosimile che accade quasi quotidianamente a tanti percettori del Reddito di Cittadinanza disonesti. L’onorevole Francesco Emilio Borrelli, nel condividere il video, ha commentato con queste parole:

“Non sappiamo se si tratti di qualcosa di totalmente reale o di finzione  sta di fatto che quanto immortalato nel video è la condizione reale che vivono oggi i parcheggiatori abusivi, che ogni giorno estorcono decine di migliaia di euro agli automobilisti, incassati a nero e spesso per conto della camorra, e beneficiano pure indebitamente dell’assistenza dello Stato, portando a casa molti più soldi di un onesto lavoratore”.

Poi ha concluso con una proposta di legge da presentare in Parlamento:

“Ci faremo promotori alla Camera di una proposta di legge per consentire alla polizia di poter accedere rapidamente alle pratiche per l’erogazione del Reddito di Cittadinanza di questi parassiti e ai conti correnti dei loro familiari. Bisogna fargli sentire il fiato sul collo, per debellare questa piaga spesso legata alla camorra c’è bisogno di una lotta serrata e di tolleranza zero”.