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Renzi: stop bugie, Salvini risponda a 5 domande sui migranti

Renzi Salvini

Matteo Renzi decide di rispondere agli attacchi di Matteo Salvini sull'immigrazione rivolgendogli 5 domande. Dal vicepremier nessun commento.

Matteo Renzi decide di rispondere agli attacchi di Matteo Salvini sull’immigrazione. Su Facebook, l’ex premier rivolge quindi cinque domande all’attuale ministro dell’Interno perché in questo momento “si gioca una battaglia culturale prima ancora che politica”. Le domande sono “facili, facili” ma finora il vicepremier leghista non ha fornito alcuna risposta.

Renzi contro Salvini

“Anche oggi (ieri, ndr) Salvini attacca il mio governo sull’immigrazione. Dice: “Con Renzi si è firmato l’accordo Sophia che impone di far sbarcare tutti i migranti in Italia” scrive su Facebook l’ex premier. L’obiettivo del ministro dell’Interno infatti è “ridiscutere gli accordi internazionali che i governi precedenti a guida PD avevano sottoscritto, destinando tutti allo sbarco in Italia”. Oltre a Sophia, le altre due operazioni attive sono Themis ed EunavForMe.

La commissaria europea per le Migrazioni Natasha Bertaud ha già precisato che “è il Paese che coordina il soccorso che è responsabile per la designazione del posto in cui può avvenire lo sbarco”, il quale però non diventa”necessariamente il Paese ospite. Per Matteo Salvini però “non è possibile che tutti coloro che vengono salvati arrivino in Italia” e conferma la politica dei porti chiusi. Solo in queste ultime ore annuncia che “due navi di Ong spagnole sono tornate nel Mediterraneo in attesa del loro carico di esseri umani. – avvertendo – Risparmino tempo e denaro, i porti italiani li vedranno in cartolina”.

L’ex segretario del PD puntualizza che “Salvini parla di immigrazione per non parlare degli 80mila posti di lavoro che si perderanno con il decreto Disoccupazione di Luigi Di Maio, del danno per le nostre imprese causato dallo stop al CETA, dei 49 milioni di euro che la LegaLadrona sta rubando ai cittadini italiani, della Flat Tax e della Fornero su cui ha preso il 17% di voti e di cui non parla più”.

Le prima domande

Nonostante questo, Matteo Renzi non è intenzionato a seguire il consiglio di chi gli dice “lascia stare, non rispondergli”. “Io dico: qui si gioca una battaglia culturale prima ancora che politica. – specifica l’ex Presidente del Consiglio – E non possiamo continuare a far finta di niente”. Renzi quindi rivolge “cinque domande, facili facili” a Salvini, nella speranza che il vicepremier leghista prima o poi risponda.

La prima domanda riguarda “l’accordo di Dublino che impone di considerare un problema solo italiano i migranti che vengono dall’Africa”. Renzi chiede quindi se sia “giusto o sbagliato” il fatto che lo abbia “firmato Berlusconi nel 2003, capo di un Governo di cui faceva parte la Lega”. La risposta, come per le altre domande, appare ovvia e provocatoria.

“Quando noi abbiamo provato a cambiare l’accordo di Dublino, Salvini, che era parlamentare europeo, non ha votato a favore. Giusto o sbagliato? – prosegue – Davanti alle stragi in mare abbiamo promosso la missione Sophia per coinvolgere anche gli altri Paesi nella gestione dei salvataggi. Checché ne pensi Salvini, se qualcuno sta morendo in mare per noi la priorità è salvarlo. Alla luce delle regole di Dublino – non di Sophia, che ha solo coordinato gli arrivi – le persone salvate dal mare venivano dirette in Italia. Giusto o sbagliato?”.

Visegrad contro il governo

Matteo Renzi tira in ballo anche Austria e Ungheria, teoricamente alleati del governo legastellato ma sempre più critici nei confronti di Matteo Salvini. Dopo l’ultimo sbarco a Pozzallo i Paesi di Visegrad infatti accusano l’Italia di voler “aprire la strada per l’Inferno” in Europa a causa delle distribuzioni dei migranti.

“Nel giugno 2015 abbiamo ottenuto che anche gli altri Paesi accogliessero alcuni migranti. E abbiamo chiesto che i Paesi di Visegrad – quelli con cui Salvini dice di andare d’accordo e che si rifiutavano di accogliere – fossero sanzionati nel prossimo bilancio europeo. Non dai una mano sui migranti? Ti riduciamo le risorse. Ricollocazione obbligatoria, non volontaria” ricorda l’ex premier, chiedendo a Matteo Salvini se tale logica sia “giusta o sbagliata”.

Infine, il senatore dem evidenzia: “Noi abbiamo combattuto una battaglia politica per chiedere aiuto all’Europa ottenendo che gli altri Paesi accogliessero qualche migliaio di migranti. Ma lo abbiamo fatto senza prendere in ostaggio barconi di povera gente costretta ad aspettare in mare perché gli altri Paesi accogliessero qualche decina di migranti come sta facendo questo Governo”. Anche in questo caso la domanda finale appare puramente retorica.