> > Rigopiano, la sentenza in Appello: condannato l'ex prefetto di Pescara

Rigopiano, la sentenza in Appello: condannato l'ex prefetto di Pescara

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Oggi è stata emessa la sentenza in Appello per la strage di Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio 2017 e costata la vita a 29 persone

La Corte d’Appello dell’Aquila ha emesso la sentenza dopo cinque ore di camera di consiglio, riformando parzialmente il verdetto del tribunale di Pescara, pronunciato a febbraio 2023.

Rigopiano, la sentenza in Appello

I giudici hanno condannato l’ex capo di gabinetto della Prefettura Leonardo Bianco ad un anno e 4 mesi. Enrico Colangeli, tecnico del Comune di Farindola, è stato invece condannato a due anni e 8 mesi. Confermate le condanne per il primo cittadino di Farindola, Ilario Lacchetta, per l’ex direttore dell’hotel, Bruno Di Tommaso, per Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, dirigenti della Provincia, e per il tecnico Giuseppe Gatto.

Le accuse all’ex prefetto

L’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, assolto in primo grado, è stato condannato ad un anno e otto mesi con l’accusa di omissione di atti d’ufficio e falso. L’uomo è stato invece assolto dalle accuse di depistaggio. L’avvocato di Provolo, Gian Domenico Caiazza, ha commentato che, secondo la Corte, il suo cliente “non ha alcuna responsabilità né per la tragica morte o per le gravi lesioni in danno degli ospiti, né per la infamante accusa di depistaggio delle successive indagini“. L’ex prefetto è stato ritenuto colpevole “per una ipotesi di omissione di atti di ufficio e per la relativa, asseritamente falsa comunicazione al Ministero degli interni, entrambe relative al giorno 16 gennaio” ha aggiunto il legale, specificando che avrebbero fatto ricorso in Cassazione.

La delusione dei familiari delle vittime

La sentenza non ha incontrato il favore di molti. Alessio, padre di Stefano Feniello, il 28enne morto sotto le macerie dell’albergo, ha espresso la propria delusione. “Ci aspettavamo di più” ha dichiarato al termine dell’udienza “La condanna della Regione e della Provincia. Non penso che sia una cosa normale tirare dentro un tecnico comunale e l’ex prefetto per depistaggio. Andavano condannati altri personaggi. Se oggi avessero preso tutti l’ergastolo a me non cambiava nulla. Potevo guardare la foto di mio figlio e dire ho fatto il mio dovere per darti giustizia“.