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Roma come Londra: entro 2 anni pedaggi auto in centro

congestion charge

Primo via libera alla congestion charge a Roma. Entro 2 anni potrebbero scattare i pedaggi per chi gira in auto dentro l'Anello Ferroviario.

Vuoi girare in auto nel centro (allargato) di Roma? Allora dovrai pagare un pedaggio, probabilmente anche se sei residente. La Commissione capitolina Mobilità ha infatti approvato la proposta di delibera per la cosiddetta “congestion charge“, già presente in città come Milano e Londra. Non è altro che un pedaggio veicolare anti-traffico che sarà applicato a chi gira in auto all’interno dell’Anello Ferroviario. “I ricavi derivanti saranno investiti nell’efficientamento del trasporto pubblico” assicura il Campidoglio.

Congestion charge

Ieri mattina la Commissione Mobilità del Comune di Roma ha dato parere favorevole alla proposta di iniziativa consiliare sulla istituzione nella Capitale della cosiddetta “Congestion Charge“, ovvero di una tariffazione in ingresso all’interno dell’area dell’Anello Ferroviario. “Obiettivo – spiega il presidente della commissione Enrico Stefàno – è quello di disincentivare l’uso dei mezzi privati nelle aree più centrali della nostra città, dove l’offerta di trasporto pubblico è accettabile”.

“I risultati saranno un servizio di trasporto pubblico più efficiente, grazie alla riduzione della congestione, e considerevoli benefici per la salute e l’ambiente” assicura il pentastellato. Stefàno precisa inoltre che “i ricavi derivanti” dalla congestion charge “saranno investiti nell’efficientamento del trasporto pubblico, per il quale questa Amministrazione si è già attivata da tempo, – sottolinea – come dimostrano gli impegni assunti per l’acquisto di 300 nuovi autobus e il recupero di 60 minibus elettrici, fermi da anni nei depositi Atac, che arriveranno il prossimo anno”.

La congestion charge non è altro che un pedaggio che sarà pagato da chi utilizzerà l’auto per girare nelle aree semi-centrali della Capitale. La giunta M5S prevede di avviare la tariffa entro due anni. Enrico Stefàno spiega che la commissione ha già “iniziato a lavorare concretamente ed entro il prossimo mese di luglio Roma Servizi per la Mobilità sarà in grado di avviare uno studio progettuale con relative griglie di valutazione e costi, in primis per quantificare le risorse umane e materiali da reperire e dedicare alla gestione del progetto, che occuperà almeno un centinaio di persone”.

Pedaggio residenti

La proposta di delibera sulla congestion charge, prima di divenire realtà, dovrà essere approvata dall’Assemblea capitolina. Saranno poi la giunta e gli uffici competenti a stabilire il sistema di pedaggio e la tariffa per l’accesso delle auto all’interno dell’Anello Ferroviario (molto più grande del centro storico capitolino tanto che include aree che vanno da via Nomentana a Tor di Quinto).

In questa sede, sarà deciso anche se alcune categorie di automobilisti saranno esentati dal pedaggio oppure potranno usufruire di pacchetti ad hoc. E’ probabile infatti che i residenti avranno delle agevolazioni, come chi guiderà veicoli a gas o a trazione ibrida ed elettrica.

Sostegno dal Codacons

“Siamo felici che il Campidoglio faccia tesoro delle nostre proposte e copi le idee del Codacons, almeno finalmente farà qualcosa di realmente utile per la città” sottolinea in una nota l’associazione dei consumatori, commentando il parere favorevole alla proposta sulla congestion charge. “Come candidato a sindaco di Roma avevo lanciato la proposta di istituire un pedaggio per accedere al centro della città, così come avviene a Londra, e ora l’idea ricompare assolutamente identica nella proposta della commissione Mobilità” ricorda infatti il presidente Carlo Rienzi.

“Si tratta di una misura che trova il nostro pieno sostegno, ma ad una condizione precisa: – viene anticipato – gli introiti del pedaggio devono essere interamente destinati a potenziare il traporto pubblico, in modo da spingere i cittadini a utilizzare bus, tram e metro, e in nessun caso devono essere usati per coprire i buchi di bilancio”. “In caso contrario – avverte Rienzi – sarà inevitabile il ricorso al Tar per impugnare qualsiasi provvedimento in tal senso”.