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Roma: tensione tra studenti e polizia all'Università Sapienza

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Un gruppo di studenti ha tentato di entrare nell'edificio del Rettorato della Sapienza nel quale era in corso l'assemblea dei Collettivi: spintoni con la polizia

Nella giornata di oggi, 26 marzo, un gruppo di studenti ha protestato dopo che, altri studenti appartenenti al collettivo universitario “Cambiare Rotta” nella giornata di ieri, hanno occupato la struttura. Oggi i giovani hanno tentato di entrare nell’edificio del Rettorato dove era in corso l’assemblea dei Collettivi.

Proteste degli studenti della Sapienza a Roma

Tra i manifestanti e le forze dell’ordine si è verificato qualche spintone. Nella giornata di ieri alcuni studenti hanno occupato il Rettorato dell’ateneo, oltre ad aver lasciato uno striscione con scritto “Sapienza for Palestine”.

Oggi pomeriggio i Collettivi della Sapienza hanno affermato:

«Hanno paura di un incontro in cui mettiamo a nudo le loro contraddizioni, stanno mettendo le mani in pasto al genocidio. Che sia chiaro, non te la facciamo passare Polimeni».

Le dichiarazioni della rettrice Antonella Polimeni in merito alla protesta degli studenti della Sapienza

«Nel ribadire la più ferma condanna di ogni forma di violenza e di azione illegale e antidemocratica, l’Ateneo è disponibile, come sempre è stato, a portare in discussione eventuali istanze della Comunità studentesca, purché queste giungano in modo condiviso attraverso la propria rappresentanza negli Organi e non ledano i principi democratici e i diritti e le libertà altrui».

Tra i manifestanti e le forze dell’ordine c’è stato qualche spintone e davanti all’ingresso del Rettorato i giovani hanno urlato “vergogna vergogna” e intonato cori contro Israele, le forze di polizia e la rettrice Antonella Polimeni

Le parole del ministro Anna Maria Bernini dopo l’occupazione e le proteste degli studenti

«Totale sostegno ai rettori Polimeni e Delfino. L’occupazione del rettorato de La Sapienza e l’aggressione al rettore dell’Università di Genova sono azioni squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica. Le Università non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni o compiere reati. La violenza che alcuni collettivi stanno imponendo all‘intera comunità accademica è intollerabile e vede come principali vittime proprio gli studenti. Condanno fermamente quanto sta accadendo e ringrazio le forze dell’ordine per il loro sostegno».