Una diagnosi precoce potrebbe dimezzare le vittime di Covid. Questo è quanto risultato da uno studio coordinato dal professor Marco Ranieri, direttore della terapia intensiva al policlinico Sant’Orsola di Bologna. A detta di Ranieri, il segreto sarebbe nello scovare in tempo tutti i pazienti che risultano avere un “doppio danno” ai polmoni. In casi simili, il coronavirus ha inficiato gravemente sia gli alveoli che i capillari delle vittima. Purtroppo, circa il 60% dei ricoverati in terapia intensiva in tali condizioni non ce la fa.
Covid: vittime dimezzate se si procede subito
Nel caso in cui questo “doppio danno” venisse scoperto in tempo in un soggetto, tramite due semplici esami, la diagnosi precoce e le cure dei medici possono strappare un numero rilevante di pazienti alla morte: “Un calo della mortalità fino al 50%”. Lo studio di Marco Ranieri ha finora coinvolto 301 pazienti di diversi nosocomi italiani. A collaborare al progetto anche il professor Franco Locatelli, membro del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità. I risultati dello studio sono stati pubblicati lo scorso 27 agosto su “Lancet Respiratory Medicine”. Tali risultati aprono scenari importanti alla lotta contro il Covid-19.
“Doppio danno”: percentuali di morte aumentano
Lo studio del professor Marco Ranieri fa comprendere come il coronavirus possa danneggiare entrambe le componenti del polmone: alveoli e capillari. Nel caso in cui il virus danneggi solo uno dei due elementi, la percentuale di morte è del 20%. Il livello aumenta al 60% quando tutte e due le parti sono danneggiate.