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Sentenze comprate: arrestati avvocati e magistrati

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Maxi operazione della guardia di finanza in tutta Italia: imprenditori, avvocati e magistrati sono stati arrestati per sentenze comprate o depistate.

Martedì scorso è scattata una maxi operazione della Guardia di Finanza in tutta Italia che ha portato all’arresto di vari avvocati, magistrati, imprenditori e professionisti. Le accuse a cui dovranno rispondere sono pesanti. Si tratta di sentenze comprate o depistate per condizionare procedimenti amministrativi e giudiziari per un valore di svariate centinaia di milioni di euro. Le procure di Roma e Messina hanno condotto questa maxi operazione. Ma potrebbe non essere ancora finita, infatti si sta indagando anche nella procura di Milano.

Sentenze comprate

Ben 15 persone sono state arrestate, in seguito ad una maxi operazione che ha avuto luogo in tutti il Paese. Ad essere coinvolti sono stati molti imprenditori, avvocati, professionisti ed anche magistrati. A vario livello, questi individui sono accusati di aver messo in piedi un vero e proprio sistema, con lo scopo ultimo di creare sentenze comprate. Inoltre, avrebbero avuto luogo anche depistaggi, al fine di falsare in modo decisivo i procedimenti amministrativi e giudiziari. Il tutto, per un valore pari a centinaia di milioni di euro. Pertanto, l’intero sistema venutosi a creare avrebbe reso possibile orientare l’affidamento di alcune gare grazie alle decisioni favorevoli in materia amministrativa e di aver creato falsi dossier al fine di spiare le inchieste, depistando quindi dei procedimenti giudiziari. Fra questi, quello iniziato dalla procura di Milano riguardo le tangenti Eni in Nigeria.

Accuse

Le accuse sono quelle di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari, falso e frode fiscale, bancarotta, intralcio alla giustizia. Stando a quanto sostenuto dal’accusa, il gruppo era quindi in grado di mettere in piedi procedimenti giudiziari ‘specchio’. Questo grazie all’aiuto di magistrati compiacenti, così da venire a conoscenza di indagini di rilievo. A questo punto si cercava di falsare delle inchieste delicate. Questo sarebbe stato quindi anche il caso dell’inchiesta sulle tangenti Eni e su l’ad Descalzi. In particole, fu denunciato un fantomatico tentativo di sequestro a Siracusa da parte di due nigeriani e un italiano, interessati a conoscere dettagli su un report che, di fatto, avrebbe provato un complotto internazionale per far fuori Descalzi. Ciò rese possibile aprire un fascicolo di inchiesta parallelo, che permise di avere informazioni dall’inchiesta principale.

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Arresti

Nell’elenco dei 15 arresti ci sono anche dei nomi importanti. Sono presenti, infatti, l’avvocato siciliano Piero Amara, l’imprenditore Enzo Bigotti, coinvolto per le intercettazioni Consip, l’avvocato Giuseppe Calafiore, collega e socio di Amara, Giambattista Coltraro, notaio ed ex parlamentare siciliano eletto nella lista Movimento popolare per Crocetta, il professore universitario della Sapienza di Roma Vincenzo Naso, ed il magistrato Giancarlo Longo, che fino a non molti mesi fa era alla procura di Siracusa. Successivamente, il Csm aveva trasferito Longo, per motivi disciplinari, al tribunale civile di Napoli.

Invece l’ex presidente del Consiglio di Stato Riccardo Virgilio è ‘solo’ indagato. La sua richiesta di arresto è stata respinta dal Gip, perché ha ritenuto non sussistessero le esigenze cautelari.