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Sovraffollamento e suicidi nelle carceri italiane, Nordio: "Trovare forme alternative"

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In seguito a un duplice suicidio da parte di due detenute avvenuto a Torino a poche ore di distanza, si torna a parlare della situazione delle carceri italiane.

I problemi e i disagi, anche gravi, nelle carceri italiane sono all’ordine del giorno e un tragico esempio è il duplice suicidio di due detenute avvenuto a Torino a poche ore di distanza. Secondo i dati resi noti dall’associazione Antigone i suicidi nelle carceri sono stati dal 2000 ai giorni nostri 1.352 in tutto. Se nel 2022 ci sono stati 85 suicidi, il 2022 embra avvicinarsi a tale cifra, in quanto per ora se ne contano 43, avvenuti tra giugno e agosto; non a caso la stagione estiva è sempre la più critica, anche a causa della mancanza del personale carcerario.

Il sovraffollamento nelle carceri italiane

Un problema a lungo riconosciuto nel sistema carcerario è il sovraffollamento. Secondo quanto rilevato da Antigone, l’attuale percentuale di detenuti all’interno delle strutture carcerarie è del 121%. Tuttavia, se si suddivide l’analisi per genere, si nota un leggero calo di questo dato: il tasso di occupazione scende al 113% nella sezione maschile e al 115% in quella femminile (che rimane quindi più problematica).

Nordio: “Pensare a detenzione differenziata”

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato in visita al carcere Le Vallette a Torino. Nordio ha spiegato, tramite alcune dichiarazioni riportate da SkyTg24: “Bisogna trovare delle forme alternative. Dobbiamo prendere atto della sofferenza di cui soffre questo carcere, come molti altri, a causa della sproporzione tra strutture e risorse umane e il fine, cioè proteggere lo Stato. Per questo possiamo pensare ad una detenzione differenziata, adeguando ad esempio le caserme”.