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Sperlonga, 13enne morta in piscina: indagate 4 persone

4 indagati per la 13enne morta in piscina

L'albergo era stato già segnalato nel 2014 per una serie di irregolarità, tra cui stanze abusive e mancanza di permessi dell'Als.

Il quotidiano Repubblica ha riportato i nomi delle quattro persone iscritte nel registro degli indagati per la morte di Sara Francesca Basso, la studentessa 13enne morta nella piscina del Virgilio Grand Hotel, un albergo a quattro stelle di Sperlonga. I quattro sono accusati di omicidio colposo. Continuano le indagini: nel pomeriggio del 13 luglio verrà effettuata l’autopsia sul corpo della ragazza per stabilire l’esatta dinamica dell’incidente e le responsabilità della sua morte.

I quattro indagati

La magistratura ha reso noti i nomi dei quattro indagati per omicidio colposo. Si tratta di Mauro De Martino, amministratore della società a cui appartiene l’albergo; l’imprenditore e ingegnere Francesco Saverio Emini, precedente proprietario dell’albergo; Nicolangelo Viola, uno dei manutentori; Ermanno Corpolongo, il costruttore della piscina dove Sara ha perso la vita.

La dinamica dell’incidente

Erano circa le ore 17 quando Sara Francesca Basso ha deciso di tuffarsi nella piscina dell’albergo dove stava trascorrendo le vacanze insieme alla madre e alla sorella minore. Mentre nuotava, la ragazza è stata aspirata da un bocchettone situato sul fondo vasca. Il bocchettone ha una larghezza di soli 20 centimetri, ma è stato sufficiente a impedire alla ragazza di tornare in superficie.

Un turista americano è stato il primo a intervenire. Una volta estratta dall’acqua, un medico ha rianimato la ragazza. Sara ha ripreso conoscenza, ma è deceduta in ospedale durante la notte in seguito ad alcune complicanze.

L’ipotesi del malore

Una delle ipotesi degli inquirenti è che la ragazza abbia avuto un malore mentre si trovava nell’acqua e che per questo non sia riuscita ad allontanarsi dal bocchettone. I dubbi verranno sciolti nel corso dell’esame autoptico.

Si indaga anche sulla sicurezza garantita dal Virgilio Grand Hotel. I carabinieri hanno sequestrato la piscina e le pompe dell’acqua per verificare la presenza di eventuali guasti. Si cerca anche di capire perché l’albergo non abbia messo a disposizione un bagnino, che sarebbe potuto intervenire tempestivamente.

Le irregolarità dell’hotel

Non è la prima volta che i carabinieri indagano sul Virgilio Grand Hotel. Nel 2014 Rocco Scalingi, allora sindaco di Sperlonga, aveva emanato un’ordinanza per la chiusura dell’albergo a causa di diverse irregolarità. L’hotel era stato precedentemente segnalato per stanze abusive. Nel gennaio dello stesso anno, i carabinieri sono intervenuti per impedire la realizzazione di nove camere aggiuntive al posto del ristorante, per un totale di 400 metri quadrati. Irregolarità anche nella zona delle piscine: l’intera Spa era stata costruita al di sotto del livello del mare. Inoltre, sembra che i vigili del fuoco e l’Asl non hanno mai dichiarato agibile la struttura.

L’hotel è di proprietà di una società gestita dalla famiglia dell’ingegnere Francesco Emini, originario della provincia di Caserta. Ermini è noto alla magistratura anche per aver denunciato i Casalesi per una serie di minacce di estorsione. In seguito alla denuncia, nel 2008 gli è stata affidata una scorta. Ora è uno dei quattro indagati per la morte di Sara.